Kinshasa , martedì, 2. marzo, 2021 19:00 (ACI Stampa).
La morte dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci, uccisi in un agguato nei pressi di Goma lo scorso 22 febbraio insieme al congolese Mustapha Milambo, “deve costituire un appello a non abituarsi, a non rassegnarsi al male e al dolore, tanto meno laddove sembrano essere di casa, perché esso continua a mietere vittime, tra le quali un giorno potrebbe esserci chiunque di noi”.
Le parole dell’arcivescovo Ettore Balestrero, nunzio apostolico in Repubblica Democratica del Congo, risuonano nella cattedrale di Notre Dame du Congo di Kinshasa. È lì che è stata celebrata una messa in suffragio dell’ambasciatore Attanasio e del Carabiniere Iacovacci, ma si è anche pregato per Mustapha Milambo, il Congolese che faceva parte del convoglio del World Food Program (Programma Alimentare Mondiale) attaccato nei pressi di Goma. “L’attacco ad un convoglio del PAM, agenzia che soltanto pochi mesi or sono è stata insignita del Premio Nobel per la Pace, diventa un simbolo, lugubre, ma purtroppo eloquente, di un attacco alla pace”, sottolinea il nunzio Balestrero.
La Messa è stata celebrata dal Cardinale Fridolin Ambongo Besungu, arcivescovo di Kinshasa, alla presenza delle più alte cariche dello Stato, i membri del Corpo Diplomatico e anche il presidente della Repubblica Felix Antoine Tshisekedi Tshilombo.
L’arcivescovo Balestrero sottolinea a tutti presenti che “stasera ci siamo riuniti per un motivo, per il quale non avremmo mai voluto incontrarci. Soltanto dieci giorni fa, non avremmo mai pensato che sarebbe potuto succedere”. Eppure, è la fede nel Cristo risorto che “getta un raggio di luce e di speranza nelle tenebre e nel dolore di questa tragedia”, e che ci spinge alla preghiera.
Una preghiera che va anche al console italiano Alfredo Russo, che era andato a Goma con Attanasio e Iacovacci, ma che quella mattina non viaggiava con loro, e questo gli ha risparmiato la vita.