Città del Vaticano , venerdì, 26. febbraio, 2021 10:00 (ACI Stampa).
La conversione che richiede Gesù agli apostoli, preoccupati per la posizione che avrebbero avuto nel regno è quella di tornare bambini. Ovvero, “tornare al momento della chiamata, al nostro primo vero incontro personale con Gesù, quando dicevamo che solo Dio basta e ci credevamo”. Il Cardinale Raniero Cantalamessa, predicatore della Casa Pontificia, centra la prima delle sue prediche di Quaresima sul tema della conversione.
In Aula Paolo VI, cardinali e officiali di Curia (ma senza il Papa) si riuniscono per ascoltare le consuete prediche di Quaresima. Sarebbe stata la settimana degli Esercizi Spirituali di Curia, ma quest’anno i membri della Curia non sono andati ad Ariccia, per via delle restrizioni di Covid.
Il cardinale Cantalamessa individua tre tipi di conversione nel Vangelo. Prima di tutto, la conversione nuova che scaturisce dalla predicazione di Gesù, perché “la venuta di Gesù dà un nuovo significato: convertirsi non significa tornare indietro, ma fare un balzo nel Regno”. Si tratta, insomma, del passaggio “dall’idea di un Dio che chiede all’idea di un Dio che viene a mani piene per darci tutto”.
Quindi, il Cardinale Cantalamessa nota che nel Vangelo si torna a parlare di conversione quando gli apostoli discutono su chi è il più grande, e dunque la loro discussione si concentra “non sul Regno, ma sulla posizione”. In fondo, nota il predicatore, “Pietro aveva il primato, Giuda aveva la cassa, Andrea era il primo, Matteo aveva lasciato più degli altri. I frutti sono evidenti nel Vangelo: rivalità, sospetti, frustrazione”.
Gesù, invece, “toglie il velo”, chiede loro di tornare bambini, e in pratica chiede loro di “decentrarsi da se stessi e ricentrarsi su Cristo, e sul Regno”.