Bruxelles , venerdì, 27. marzo, 2015 9:00 (ACI Stampa).
Abbattere i muri della divisione per costruire fratellanza. Theodorus Cornelius Maria Hoogenboom, vescovo ausiliare di Utrecht, traccia così le linee guida dell’Europa. E su questa linea si inseriscono tutti gli interventi alla Conferenza sul dialogo e la tolleranza svoltasi presso il Parlamento europeo a Bruxelles martedì 24 marzo. Un incontro che doveva rappresentare una sorta di indagine per comprendere dove nasce il radicalismo religioso e come il dialogo interreligioso possa rispondere a queste esigenze.
Un incontro che è ancora più importante se si considera che tra i 3 e i 5 mila combattenti dell’autoproclamato Stato Islamico sono stati arruolati in Europa. Immigrati di terza generazione, nati e cresciuti in Occidente. Cosa ha portato queste persone a diventare fondamentalisti? Cosa non ha saputo loro offrire l’Europa? E, dato che molti sono cittadini britannici, si può dire che il modello multiculturale britannico sia fallito?
Patrick Daly, irlandese, Segretario generale della COMECE, la Commissione delle Conferenze Episcopali delle Comunità Europea, sottolinea ad ACIStampa che “non penso che il modello interculturale inglese sia fallito. Ho lavorato per venti anni in un ambiente anglosassone, e posso dire che è un ambiente molto multiculturale, dove c’è grande cooperazione e una tolleranza molto alta.”