Parigi , martedì, 16. febbraio, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Il più noto è sicuramente il vescovo Jacques Emile Sontag. Ma non è il solo ad aver trovato la morte in Iran in odore di martirio. Insieme a lui, anche i padri François Miraziz, Mathurin L’Hotellier, Nathanaël Dinkha. Tutti vincenziani, morti in Iran nel 1918, e per i quali, lo scorso 6 gennaio, è stata iniziata la causa di beatificazione.
La notizia è comparsa sul sinodo dell’Arcidiocesi di Parigi, dove avviene la postulazione. Un edit dell’arcivescovo Michel Aupetit invita “tutti i fedeli a comunicarci direttamente tutte le informazioni idonee a dare, in qualche modo, un pretesto per dubitare della fama di martirio dei Servi di Dio”, nonché di consegnare qualunque scritto che abbia per autore uno dei Servi di Dio e non sarebbe già stato registrato dalla postulazione della causa.
Sono i primi passi di una causa che potrebbe essere lunga, anche per la necessità di reperire tutto il materiale. Ma chi sono i quattro candidati alla santità?
Il vescovo Jaques Emile Sontag (1869 – 1918), missionario vincenziano, fu ordinato sacerdote a 26 anni, e subito mandato in missione in Persia, alla scuola dei lazzaristi di Ourmiah. Quindi, due anni dopo, divenne superiore della scuola della Missione di Teheran, che aveva al tempo 17 studenti. Sotto la sua direzione gli studenti divennero più di 300, e si dovette costruire una nuova scuola.
Nel 1910, a soli 41 anni, Sontag viene nominato delegato apostolico e arcivescovo di Isfahan. Si trova a gestire l’arcidiocesi in momento difficile. Sontag si distinse per aver portato aiuto ai 50 mila assiro-caldei in fuga dal genocidio in Turchia, ma anche a comunità di musulmani, anche loro vittime di abusi.