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Un teologo tedesco propone una sorta di intercomunione. Il Cardinale Koch dice no

Il presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani risponde con una lettera aperta a un teologo protestante che ha lanciato la proposta di una sorta di “Amicizia del Pasto Eucaristico” tra cattolici e protestanti

Insieme alla Tavola del Signore | Il documento Insieme alla Tavola del Signore | Il documento "Insieme alla Tavola del Signore", oggetto del dibattito che ha visto una forte presa di posizione del Cardinale Kurt Koch | Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani

Il problema, tra cattolici e protestanti, resta sempre quello: l’intercomunione. Da una parte la spinta protestante di avere una comunanza tra l’Eucarestia e la Cena del Signore, che si era concretizzata anche in una richiesta specifica dei Valdesi a Papa Francesco durante il viaggio a Torino, ma che era stata presente anche nell’incontro di Papa Francesco con la comunità luterana di Roma. Dall’altro, un fatto incontrovertibile: ce l’Eucarestia per la Chiesa Cattolica non è solo un simbolo, ma un qualcosa di vivo, e non può così essere gestito come una sorta di dono ecumenico. Così, alla proposta di un gruppo ecumenico di teologi in Germania di stabilire una sorta di condivisione della Cena del Signore, è seguito un brusco batti e ribatti che ha visto coinvolta anche la Congregazione della Dottrina della Fede, e che si è risolta una lettera aperta inviata al professore che ha guidato questa proposta del Cardinale Kurt Koch, presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.

La lettera, lunga sei pagine, è stata indirizzata a Volker Leppin, professore di storia della Chiesa all’Università di Tubinga e direttore accademico di parte protestante del Gruppo di Studio Ecumenico di Teologi Cattolici e Protestanti, conosciuto in Germania con l’acronimo ÖAK.

Questo gruppo aveva redatto un documento di 26 pagine, dedicato appunto all’intercomunione, intitolato “Insieme alla Mensa del Signore” in cui si parlava di una possibile “ospitalità eucaristica reciproca” tra cattolici e protestanti, considerando “la pratica della mutua partecipazione alle celebrazioni della Santa Comunione / Eucarestia, nel rispetto delle tradizioni liturgiche di ciascuno”. Si trattava, in fondo, di lasciare alla coscienza di ciascuno riguardo la partecipazione reciproca alla Cena del Signore, come viene definita dai protestanti, o all’Eucarestia.

La Congregazione della Dottrina della Fede aveva sollevato preoccupazione sul documento già lo scorso settembre – una posizione criticata dai teologi dell’ÖAK.

Il gruppo è stato stabilito nel 1946 per rafforzare i legami ecumenici, ed è indipendente sia dalla Conferenza Episcopale di Germania che dalla Chiesa Evangelica di Germania, che rappresenta venti gruppi protestanti.

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Il documento era stato approvato quando co-presidente era il vescovo Georg Baetzing, che oggi è il presidente della Conferenza Episcopale tedesca. Per parte protestante, presidente era al tempo il vescovo luterano, ora in pensione, Martin Hein.

La Congregazione della Dottrina della Fede era dovuta intervenire perché lo studio ha avuto lo status della opinione di esperti da parte della Conferenza Episcopale Tedesca. Questa avrebbe dovuto votare a settembre una valutazione del gruppo di contatto ufficiale nell’ambito del cammino sinodale di Germania, ma il voto è stato rinviato proprio a causa dell’intervento dell’ex Sant’Uffizio. La proposta – aveva spiegato la Congregazione in una lettera al vescovo Baetzing – “non fa giustizia alla comprensione cattolica della Chiesa, dell’Eucarestia, degli Ordini Sacri”, e aveva messo in guardia da ogni prosecuzione sulla strada della intercomunione.

Questi gli antefatti, che hanno portato alla fine alla lettera aperta del Cardinale Koch, accusato di essere stato colui che ha affossato la proposta.

Nella lettera, il Cardinale ha negato di non voler affrontare le argomentazioni dell’ÖAK, e ha allo stesso tempo messo in luce “una seria discrepanza” tra le richieste del grupo e la prattica comune nelle Chiese protestanti, come per esempio quello che avviene nella Chiesa Protestante di Hesse e Nassau (membro della Chiesa Evangelica tedesca), dove anche le persone non battezzate sono invitate a prendere parte alla Cena del Signore, cosa che contraddice “la comprensione comune” su un riconoscimento del Battesimo”.

Scrive il Cardinale Koch: “Se, da una parte, il Battesimo e il mutuo riconoscimento del Battesimo sono considerati rappresentare il fondamento dell’ecumenismo; e se, d’altra parte, un partner ecumenico relativizza il Battesimo al punto che non ci sia più alcun prerequisito per partecipare alla Cena del Signore. Allora ci si dovrebbe chiedere chi sta mettendo in discussione i fondamenti dell’ecumenismo qui”.

Il Cardinale Koch ha anche lamentato che queste discrepanze non siano state notate dai membri dell’ÖAK, e – se questo è successo – se i membri sono stati invitati al silenzio. E ha chiesto che le questioni non risolte dovrebbero essere “chiamate per nome e infine affrontate”.

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Nota il Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani che “il 6 maggio 2020, un gruppo ufficiale di discussione , composto da membri del Consiglio della Chiesa evangelica in Germania e della Conferenza episcopale tedesca, ha osservato che lo studio ‘presenta un quadro teologico per le decisioni che i singoli credenti devono prendere in base alla propria coscienza, quando si tratta della reciproca partecipazione all’Eucaristia/ Cena del Signore’. In vista del Terzo Kirchentag ecumenico a Francoforte sul Meno nel 2021, questo parere potrebbe avere un forte impatto”.

Fino ad ora, il vescovo Bätzing, presidente della Conferenza Episcopale, non ha dato alcuna risposta ufficiale ai commenti dottrinali della Congregazione per la Dottrina della Fede, mentre ha consideratomolto apprezzativa e scritta con oggettività” la dichiarazione dell’ÖAK che intende appoggiare il lavoro delle commissioni episcopali della Conferenza Episcopale Tedesca, e che respinge le critiche vaticane, rilanciando anche come “teologicamente giustificata e pastoralmente necessaria” la possibilità di una partecipazione reciproca alla Cena del Signore / Eucarestia praticata individualmente.

Una presa di posizione che non aveva mancato di destare “stupore” nel Cardinale Koch, che ha sottolineato che molte delle affermazioni sono di livello puramente accademico, ma non sono collegate alla realtà ecclesiale, e che ha notato come le dichiarazioni siano state pubblicate proprio prima dell’Assemblea Generale della Conferenza Episcopale Tedesca di primavera, sottintendendo il sospetto della presenza di un lavoro di pressione su questi temi.

Il Cardinale Koch aveva sottolineato più volte in passato che l'  Eucaristia e la Cena del Signore non erano identiche e aveva messo in guardia contro un tentativo solitario dei tedeschi di arrivare all’intercomunione . Il presidente della Commissione ecumenica della Conferenza Episcopale Tedesca, il vescovo di Magdeburgo Gerhard Feige, aveva recentemente affermato che il dibattito su una comunità del pasto tra cattolici e protestanti è ancora aperto . Feige ha detto che "non necessariamente" si aspettava decisioni ufficiali su questo tema nel nuovo anno. "Ma non ci arrendiamo sulla questione." L'argomento è tuttora sensibile.