Vilnius , lunedì, 15. febbraio, 2021 14:00 (ACI Stampa).
Il 15 febbraio la Chiesa cattolica in Polonia celebra la memoria del beato Michał Sopoćko. Di lui, suor Faustina Kowalska, scrive: “E' un sacerdote secondo il mio cuore. (...) Per mezzo di quest'opera della Misericordia si accosteranno a Me più anime di quante ne verrebbero se egli continuasse ad assolvere giorno e notte fino alla fine della vita. Infatti così egli lavorerebbe fino alla morte, mentre con quest'opera lavorerà fino alla fine del mondo”. E’ Gesù che parla in una delle innumerevole visioni che accompagneranno la vita della suora polacca.
Il sacerdote è una figura fondamentale per santa Faustina. Sarà lui stesso, infatti durante il periodo in cui la santa polacca soggiorna a Vilnius in Lituania, negli anni 1933-1936, ad essere il suo direttore spirituale per il discernimento delle visioni interiori. Ed è sempre don Sopoćko ad ordinarle di scrivere il famoso “Diario”, eccezionale documento in cui suor Faustina descrive i suoi dialoghi con Gesù.
L’intreccio fra le due vite sembra, davvero, un romanzo. Un romanzo scritto dalla mirabile penna di Dio: è l’indiscutibile testimonianza di come la Provvidenza agisca nelle vite dei santi. Sempre nel “Diario”, la Kowalska, scrive: “Vedendo la dedizione e le fatiche del reverendo Sopoćko per questa causa, ammiravo la sua pazienza ed umiltá. Tutto questo è costato molto, non solo in sacrifici e dispiaceri di vario genere, ma anche molto denaro; ed a tutto ha provveduto il reverendo Sopoćko. Vedo che la Divina Provvidenza lo aveva preparato a compiere quest’opera della Misericordia, ancora prima che io pregassi Dio per questo”.
L’intreccio fra i due, si fa davvero interessante, se confrontiamo le parole raccolte nei rispettivi diari. E’ un intenso, profondo dialogo spirituale: in ogni loro parola, la presenza della Divina Misericordia sembra essere il divino filo conduttore delle loro biografie. Il beato Sopoćko, annota nel suo diario con queste parole, il pensiero su ciò che gli stava accadendo: “All’inizio non sapevo bene di che cosa si trattasse, ascoltavo, dubitavo, mi ponevo delle domande, facevo delle ricerche e mi consigliavo con gli altri. Soltanto qualche anno più tardi capii l’importanza di quest’opera, l’immensità di quest’idea”.
Sopoćko incontrò, per la prima volta, Suor Faustina Kowalska nel giugno 1933, a Vilnius, in Lituania. All’epoca, svolgeva il compito di confessore ordinario della Congregazione delle Suore della Beata Vergine Maria della Misericordia. Ma questo incontro era già avvenuto nell’anima della suora polacca. Il Signore le aveva preannunciato, infatti, che avrebbe avuto lui come suo direttore spirituale. Fu così che Don Sopoćko divenne il confessore e il direttore spirituale di Suor Faustina fino al 21 marzo 1936, anno della sua partenza dalla capitale lituana. Da questo momento in poi, fra i due, nacque un intenso scambio epistolare: consigli, indicazioni e direzioni di un’anima verso un'altra anima. Il parallelismo con lo storico dialogo tra san Giovanni della Croce e Teresa d'Avila diviene quasi inevitabile per noi lettori di oggi.