La motivazione della Sentenza dello scorso ottobre del Tribunale Costituzionale è stata resa pubblica il 27 gennaio con un documento di 154 pagine, dove tra l’altro si afferma che “la Repubblica di Polonia garantisce a tutti la protezione legale della vita” (art. 38 della Costituzione) e che la sua protezione è responsabilità delle autorità pubbliche (art. 30). Ogni limitazione della tutela giuridica della vita umana deve essere "assolutamente necessario", cioè trattato come ultima risorsa assoluta. Un handicap o una malattia incurabile di un bambino nella fase prenatale non può determinare automaticamente l'ammissibilità dell’interruzione della gravidanza.
L’aspetto da sottolineare è che il Tribunale ha dichiarato che l'onere di allevare un bambino gravemente e irreversibilmente handicappato o malato terminale non può ricadere solo sulla sua famiglia, ma l’intera società deve farsene carico introducendo disposizioni che forniscano alla famiglia tutta l’assistenza e il supporto di cui necessita.
Dal momento della pubblicazione della sentenza, secondo la legge polacca, l'aborto è consentito in due casi: quando è in pericolo la vita o la salute della madre o in caso di gravidanza in seguito a stupro, incesto, o pedofilia.
Questa legislazione è contro la discriminazione a causa della salute. Essa difende la vita umana dal momento del suo concepimento in quanto un bambino malato ha lo stesso valore e ha uguale diritto alla vita di un bambino sano.
Il 28 ottobre, in un messaggio ai polacchi pronunciato pochi giorni dopo la Sentenza della Corte costituzionale polacca, Papa Francesco ha ricordato il messaggio di S. Giovanni Paolo II sulla protezione della vita: "Per intercessione di Maria Santissima e del Santo Pontefice polacco, chiedo a Dio di suscitare nei cuori di tutti il rispetto per la vita dei nostri fratelli, specialmente dei più fragili e indifesi, e di dare forza a coloro che la accolgono e se ne prendono cura, anche quando ciò richiede un amore eroico”.
L'arcivescovo Gądecki, Presidente della Conferenza Episcopale Polacca ha apprezzato la decisione della Corte, che conferma che "il concetto di “vita non degna di essere vissuta “ è in diretta contraddizione con il principio di uno stato di diritto democratico. "Nessuno in coscienza può negare ad altri il diritto di vivere, soprattutto a causa della sua malattia", aveva aggiunto.
Dal 19 al 25 marzo 2021 l’Associazione per la vita polacca ha indetto una settimana di preghiera in difesa della vita che inizierà nella memoria liturgica di S. Giuseppe e si concluderà in occasione della Giornata della Santità della Vita, nell’anno che Papa Francesco ha dedicato a San Giuseppe.
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