Città del Vaticano , domenica, 17. gennaio, 2021 12:14 (ACI Stampa).
Dio chiama tutti noi, a volte possiamo rifiutare la chiamata perché appare in contrasto con le nostre aspirazioni, ma l’unico modo di accoglierla è l’amore. Parlando del primo incontro dei primi discepoli con Gesù a Cafarnao, Papa Francesco sviluppa una riflessione sul senso della vocazione. Una vocazione che nasce sempre dall’incontro personale con Gesù. Nel dopo Angelus, Papa Francesco prega per le vittime del terremoto in Indonesia, ricorda che oggi è la giornata di approfondimento per il Dialogo Ebreo-Cristiano, sottolienea che domani comincia la Settimana di Preghiera per l'Unità dei Cristiani.
Seconda domenica del tempo ordinario, Angelus ancora nella Biblioteca del Palazzo Apostolico Vaticano ancora allestita con albero e presepe per evitare assembramenti nella piazza, dove invece albero e presepe sono già stati smontati (una volta, si tenevano fino alla festa della presentazione di Gesù al tempio). È una giornata dal freddo pungente, a Roma, con anche qualche piccolo fiocco di neve nella zona Nord.
Il passo del Vangelo del giorno è quello in cui Giovanni Battista indica a due discepoli, tra i quali l’apostolo Andrea, chi è il Messia. E i due subito vanno dietro a Gesù, gli chiedono dove abiti, e Gesù semplicemente chiede loro di seguirlo. Loro lo seguono e restano con lui.
“Non è difficile – dice Papa Francesco – immaginarli seduti a fargli domande e soprattutto ad ascoltarlo, sentendo che il loro cuore si scalda sempre di più menrte il maestro parla”.
Papa Francesco spiega che i discepoli “avvertono la bellezza di parole che rispondono alla loro speranza più grande”, e così scoprono che “mentre intorno si fa sera, in loro esplode la luce che solo Dio può donare”.