Città del Vaticano , lunedì, 18. gennaio, 2021 9:00 (ACI Stampa).
Ci si salva per sola fede o per le opere? È questa la domanda alla base della diatriba tra cattolici e luterani. Ma, il 31 ottobre 1999, cattolici e luterani firmarono la Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione, stabilendo la complementarietà tra fede ed opere nel processo di giustificazione che porta alla salvezza. Poco più di venti anni dopo quella dichiarazione, questa viene presentata in una nuova traduzione italiana, pubblica il 3 gennaio 2020.
Come non erano casuali la scelta di data e luogo per la firma della dichiarazione (il 31 ottobre 1517 Lutero affisse le sue tesi a Wittenberg; ad Augusta la Confessione Augustana stabilì i principi del luteranesimo), così non è stata casuale la scelta di pubblicare la nuova traduzione in lingua italiana il 3 gennaio. Perché fu il 3 gennaio 1521 che la Chiesa Cattolica scomunicò definitivamente Martin Lutero, e Martin Lutero per tutta risposta definì Papa Leone X “l’anti-Cristo”.
Cinquecento anni dopo, Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani e Federazione Luterana Mondiale sottolineano che la data scelta sta a sottolineare “la ferma intenzione di proseguire insieme il cammino dal conflitto alla comunione”.
Una strada di riconciliazione cominciata più di cinquanta anni fa, che ha avuto nella visita di Papa Francesco a Lund nel 500esimo anniversario della Riforma del 2016 un momento molto importante. In quell’occasione, infatti, si formalizzò anche l’ecumenismo “pratico”, con un accordo tra Caritas Internationalis e la sua omologa luterana per l’aiuto in comune.
La Dichiarazione Congiunta sulla Dottrina della Giustificazione è però la pietra miliare. Tanto che a quella dichiarazione si associarono in seguito le Chiese Metodista, la Chiesa Anglicana e le Chiese Riformate.