Canberra , giovedì, 14. gennaio, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Si ridimensiona l’Australia-gate vaticano. L’Austrac, autorità anti-riciclaggio australiana, aveva comunicato negli scorsi giorni che dalla Santa Sede erano partiti verso l’Australia 2,3 miliardi di dollari australiani (un po’ di meno di un miliardo e mezzo di euro) per operazioni poco chiare. Ma non era così. La stessa autorità australiana ha fatto sapere che si è trattato di un errore di calcolo: erano 9,5 milioni di dollari australiani (circa 6,5 milioni di euro), distribuiti in 362 bonifici versati tra il 2014 e il 2020.
L’Austrac ha effettuato una verifica su richiesta della Santa Sede, come specificato dal bollettino della Sala Stampa della Santa Sede del 13 gennaio 2021. “La Santa Sede – si legge nel bollettino - prende atto dei risultati della verifica da Essa richiesta, effettuata congiuntamente da ASIF e AUSTRAC e dell’ingente discrepanza di cui è stata data notizia oggi da un quotidiano australiano, relativa ai dati precedentemente resi noti circa le transazioni finanziarie effettuate dal Vaticano all’Australia tra il 2014 e il 2020: 9,5 milioni a fronte di 2,3 miliardi di dollari australiani”.
Il bollettino specifica anche che “la cifra è riconducibile, tra l’altro, ad alcuni obblighi contrattuali e all’ordinaria gestione delle proprie risorse. Con l’occasione, la Santa Sede ribadisce rispetto per le Istituzioni del Paese e manifesta soddisfazione per la collaborazione tra gli enti coinvolti”.
La collaborazione tra ASIF e AUSTRAC è definita da un protocollo di intesa tra le due autorità stipulato nel 2014, quando l’autorità antiriciclaggio vaticana si chiamava ancora AIF. Al di là del nuovo nome, e la necessità narrativa di marcare una discontinuità con la precedente gestione, l’autorità antiriciclaggio vaticana sta costruendo sul lavoro della precedente direzione. Nell’ultimo rapporto AIF, si specificava nell’ultimo anno erano stati siglati quattro protocolli di intesa, che facevano salire a 60 il numero di protocolli di intesa con Unità di Informazione Finanziaria estere stipulati dal 2012.
Per questioni di riservatezza, il comunicato della Santa Sede non specifica quali fossero le operazioni con l’Australia, e specialmente quali fossero gli obblighi contrattuali, cosa che può portare qualcuno a parlare di un “giallo” ancora in corso.