Philadelphia , martedì, 13. ottobre, 2015 11:00 (ACI Stampa).
Sono arrivati a Philadelphia per il loro bambino, ci tornano una volta l’anno per due mesi. Ma hanno anche conosciuto quello che chiamano “padre Bergoglio” in Argentina, ed ora che è Papa Francesco hanno avuto l’opportunità di salutarlo velocemente durante la Giornata Mondiale delle Famiglie. I coniugi sono Carlos Merli e Rosanna Mancinelli, e il loro bambino si chiama Matias: ad ottobre compirà 18 anni. È affetto da una paralisi cerebrale.
“Matias è il protagonista della storia – racconta Rosanna – perché è per lui che siamo venuti a Philadelphia nel 2000. Matias ha una paralisi cerebrale, e cercavamo una cura, un aiuto. Lo abbiamo trovato nell’Istituto per il Raggiungimento del Potenziale Umano, a Philadelphia.”
L’istituto segue il metodo ideato da Glenn Doman (recentemente scomparso) nell’immediato dopoguerra, ed è un approccio altamente innovativo. Non solo aiuta i bambini con disabilità a superare alcuni dei loro handicap, ma lavora anche con i bambini senza disabilità mentali, e aiuta loro a raggiungere il loro potenziale. Ma soprattutto, coinvolge le famiglie in questo lavoro con i bambini, perché – come sosteneva Glenn Doman – “il lavoro più antico del mondo è fare la mamma… e non quell’altro.”
“E’ proprio il fatto che eravamo coinvolti come famiglia nella terapia riabilitativa che ci ha convinto – racconta Carlos Merli – perché qui non solo abbiamo portato nostro figlio… siamo stati con lui, siamo stati educati ad aiutarlo nel processo di riabilitazione, siamo ‘allenati’ a lavorare con nostro figlio.”
Aggiunge Rossana Mancinelli che “in questo modo i genitori sono co-protagonisti del trattamento i riabilitazione del figlio.” Dal 2000, i coniugi sono tornati a Philadelphia per due mesi ogni anno, ormai da 15 anni. “Quando ci guardiamo indietro e constatiamo i risultati di crescita neurologica di Mattia, pensiamo che è meraviglioso – racconta Rosanna Mancinelli – ed è meraviglioso per Mattias, che ha lavorato così tanto, e per noi, che siamo, potremmo dire, degli agenti riabilitatori.”