Città del Vaticano , mercoledì, 6. gennaio, 2021 12:12 (ACI Stampa).
Nel giorno dell'Epifania, dalla Biblioteca del Palazzo Apostolico, dopo aver celebrato la Messa, Papa Francesco guida la recita della preghiera dell'Angelus. "L’Epifania non è un altro mistero, è sempre lo stesso evento della Natività, visto però nella sua dimensione di luce: luce che illumina ogni uomo, luce da accogliere nella fede e luce da portare agli altri nella carità, nella testimonianza, nell’annuncio del Vangelo", dice subito Papa Francesco.
Il Pontefice parla della luce annunciata dal Profeta Isaia. "Questa luce ha la forza di attrarre tutti, vicini e lontani, tutti si mettono in cammino per raggiungerla. È una visione che apre il cuore, che allarga il respiro, che invita alla speranza. Certo, le tenebre sono presenti e minacciose nella vita di ognuno e nella storia dell’umanità, ma la luce di Dio è più potente. Si tratta di accoglierla perché possa risplendere a tutti. Dov’è questa luce? Il profeta la intravedeva da lontano, ma già bastava a riempire di gioia incontenibile il cuore di Gerusalemme".
Poi il Papa passa al Vangelo odierno. "L’evangelista Matteo, a sua volta, raccontando l’episodio dei Magi - continua il Pontefice - mostra che questa luce è il Bambino di Betlemme, è Gesù, anche se la sua regalità non da tutti è accettata. È Lui la stella apparsa all’orizzonte, il Messia atteso, Colui attraverso il quale Dio realizza il suo regno di amore, di giustizia e di pace. Egli è nato non solo per alcuni ma per tutti gli uomini, per tutti i popoli".
"La stella è Cristo, ma la stella possiamo e dobbiamo essere anche noi, per i nostri fratelli e le nostre sorelle, come testimoni dei tesori di bontà e di misericordia infinita che il Redentore offre gratuitamente a tutti", raccomanda Francesco.
Infine conclude il Papa: "Anche noi, come i Magi, siamo chiamati a lasciarci sempre affascinare, attirare, guidare, illuminare e convertire da Cristo".