Città del Vaticano , lunedì, 4. gennaio, 2021 16:00 (ACI Stampa).
La giornata del 6 gennaio per Giovanni Paolo II fin dall’inizio del pontificato ha avuto un significato speciale. La celebrazione in San Pietro solenne e anche occasione per la ordinazione di nuovi vescovi. E poi la visita privatissima all’inizio al Presepe dei Netturbini fuori Porta Cavalleggeri.
“Sono pellegrino nei diversi luoghi del mondo, nei diversi paesi, anche qui in Italia, diverse regioni, e a Roma nelle diverse parrocchie. Ma fra tutti questi pellegrinaggi, c’è anche quello che è sistematico e si ripete ogni anno, cominciato dal ‘79, questo pellegrinaggio qui, nella casa dove i lavoratori della pulizia di Roma hanno trovato un’idea, una realizzazione di un presepio. Mi hanno invitato la prima volta, e poi io vengo anche senza essere invitato, vengo ogni anno. Non sarebbe vero di dire senza essere invitato, perché sono invitato sempre, ma anche senza invito io farei questa visita. Ecco, voglio così con questo pellegrinaggio trovarmi nell’ambiente che è molto vicino a quello in cui Gesù è nato”. É il 13 gennaio 1985, una visita al presepe dei netturbini è una di quelle occasioni in cui Karol Wojtyla manifesta la capacità di improvvisare che esprime le emozioni più dirette.
Tutto nasce perché Giuseppe Ianni, che ha creato il presepe nel 1972, invita il Papa e poi gli chiede anche di celebrare le nozze della figlia. Giovanni Paolo II accetta. E ogni anno va in visita al presepe tranne gli ultimissimi anni quando riceve la visita di Ianni al Palazzo Apostolico.
Visite affollatissime, brevi discorsi e qualche scambio di battute con il Sindaco in carica al momento.
Discorsi a braccio, come si dice in gergo giornalistico, a volte un po’ più preparati. Ecco un Giovanni Paolo II fuori programma e pieno di amore per Roma. É il 6 gennaio del 1998