Roma , sabato, 2. gennaio, 2021 10:00 (ACI Stampa).
Ieri si è aperto un nuovo anno tra incertezze - a causa di questo virus che nel mondo e in Italia non accenna a dare segni di miglioramento – ma anche di speranze dopo l’avvio delle vaccinazioni per combattere le infezioni da Covid 19.
La pandemia che stiamo affrontando “mette a rischio le nostre esistenze, ferisce il nostro modo di vivere”, ha detto il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, nel suo messaggio agli italiani: “il 2021 deve essere l’anno della sconfitta del virus e il primo della ripresa. Un anno in cui ciascuno di noi è chiamato anche all’impegno di ricambiare quanto ricevuto con gesti gratuiti, spesso da sconosciuti”. Auspici di speranza anche nelle diverse celebrazioni eucaristiche presiedute dai vescovi italiani alla vigilia e all’inizio del nuovo anno.
“Non possiamo farci vincere dallo sconforto”, è stato il monito del presidente della Conferenza Episcopale Italiana, il card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città della Pieve. E’ terminato un anno “lungo e travagliato, in cui abbiamo avvertito in modo speciale la nostra fragilità e quel sentimento, a taluni sconosciuto, che è la paura. Paura dei contagi, paura della malattia, paura della morte”, ha sottolineato il porporato che ha evidenziato come non siano mancati gesti di solidarietà da parte di tutti in questo periodo: con l’amore a Dio e al prossimo riusciremo a superare questo tempo calamitoso per dar vita a una Chiesa e a una società migliori”.
“Ringraziare? Dopo tutto quello che è successo? Il nostro vittimismo porterebbe a lamentarci, a chiedere ragione e esigere soluzioni! Questa sera ringraziamo Dio per il tanto amore dimostrato nella pandemia. Non ci ha abbandonato nella prova e ci insegna ad affrontarla, vivendola con noi, insegnandoci che non c’è futuro per nessuno nel ‘si salvi chi può’ e trasformandola in opportunità di bene”, ha detto nel suo messaggio l’arcivescovo di Bologna, il card. Matteo Zuppi, che non ha potuto presiedere la celebrazione perché positivo al Covid 19 e isolato: “capisco quanto è importante che l’isolamento non si trasformi mai e per nessuno in solitudine e quanto sono importanti i legami di amicizia, il sentirsi parte di una comunità. La solitudine toglie, proprio come il virus, il gusto delle cose, l’olfatto che fa sentire il profumo dell’amicizia, spegne tutti i sensi della vita! Combattiamo la solitudine, con l’arma che Dio ci ha affidato: l’amore”.
“È stato un anno di sconfitte: un organismo invisibile ha umiliato l’organizzazione, la scienza, i progetti, l’iniziativa di tutta intera l’umanità, ma l’organismo invisibile insensato e incosciente ha rivelato quanto gli uomini e le donne siano tragicamente grandi”, ha detto Mario Delpini, arcivescovo di Milano: in questi mesi “si è rivelata la grandezza della gente di questa nostra terra. Uomini e donne sono rimasti al loro posto. Non hanno fatto solo il loro lavoro. Hanno fatto di più. Hanno ritenuto irrinunciabile la solidarietà”. E ieri per la Giornata della Pace ha detto che c’è “gente che si difende con l’indifferenza. Ecco come si costruisce la pace: ciascuno a casa sua. Estraniarsi, stare distanti, non immischiarsi nella vita altrui. L’indifferenza trasforma il pianeta in una gelida solitudine, lascia che i prepotenti saccheggino le risorse e i poveri siano consegnati alla disperazione”. La pace vera è invece quella “coltivata nella contemplazione”, sull’esempio di Maria, “la madre, modello per la Chiesa e per ogni persona credente, che riceve l’annuncio e lo custodisce come un seme da coltivare nel cuore”.