Londra , martedì, 29. dicembre, 2020 16:30 (ACI Stampa).
Per celebrare l’850esimo anniversario della morte, la sua tunica insanguinata, custodita in Santa Maria Maggiore a Roma, è stata prestata alla Chiesa anglicana, un segno di quella “diplomazia delle reliquie” cara a Papa Francesco. Durante l’anno, non ci sono state tutte le celebrazioni previste, perché la pandemia del coronavirus ha bloccato tutto. Ma, di certo, la memoria di San Thomas Becket, l’arcivescovo di Canterbury passato a fil di spada da quattro cavalieri del re Enrico II che si lamentava del fatto che il prelato incessantemente difendesse la libertas ecclesiae, è più viva che mai.
In occasione dell’anniversario, la BBC ha mandato in onda un documentario che ruota tutto intorno al mistero di un libretto che l’arcivescovo Becket portava sempre con sé, libretto che pare avesse anche al momento del martirio. Certamente, dopo il martirio i rapporti tra Stato e Chiesa Cattolica fino allo scisma di Enrico VIII, quattro secoli dopo l’assassinio di Becket, le cui reliquie furono disperse. Alcune erano ad Esztergom, in Ungheria. Due sono finite a Mottola, in Puglia, che ne ha fatto il suo santo patrono.
Ken Follet, nel suo celeberrimo I Pilastri della Terra, descrive l’arcivescovo Becket come “alto, snello, molto bello, con la fronte ampia, gli occhi luminosi, la carnagione chiara e i capelli scuri. Doveva esser sui 50-51 anni. Aveva una espressione vivace e serena. Era un uomo molto attraente, e questo spiega in parte la sua folgorante ascesa alle più umili origini”.
Becket non era di umili origini. Era nato a Londra il 21 dicembre 1118, figlio del mercante Gilbert Becket di Thierville e di Matilda di Mondeville. Il padre era un mercante, la sua famiglia borghese e benestante. E lui può studiare a Merton e Parigi, e poi viene inviato dall’arcivescovo di Canterbury Teobaldo di Beck, a studiare diritto canonico ad Auxerre, avendo riconosciuto nel suo assistente una grande intelligenza.
Nel 1154, diventa arcidiacono di Canterbury. Enrico II ne fa il Cancelliere del Regno, e lui lo sostiene nelle sue iniziative che vanno a limitare il potere dei feudatari in favore della corona.