Padova , martedì, 29. dicembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Quel quadro aveva sorpreso persino lui, il suo autore. Lui, Lorenzo Lotto, pittore già famoso, in quell’anno 1533. Da Venezia, dov’era nato, cresciuto, formato, era arrivato fin qui, nelle terre delle Marche. Ora aveva dipinto un’Annunciazione che avrebbe sfidato tutti, a cominciare da lui stesso.
Davvero era stato così audace da raffigurare la Vergine come una ragazza spaventata, che guarda fuori dal quadro stesso, quasi a cercare aiuto in chi contempla l’opera per poter affrontare quello che le sta accadendo? Sì, lo aveva fatto e il risultato era davanti ai suoi occhi: ecco Maria che legge nel suo studio le Sacre scritture, alle spalle un elegante letto con baldacchino, una finestra posta in alto da cui piove una luce fievole, e fuori un giardino ben curato.
Niente di troppo umile, niente di arcaico, una bella stanza come tante da lui viste in case di ricchi borghesi e nobili più modesti. E in questa tranquilla quiete entra d’improvviso un angelo, anzi più precisamente piomba dentro la stanza e sopra di lui compare, immerso una nuvola trasformata in una sorta di carro soffice, il Padre stesso. Irrompe il sacro e lei, la prescelta, sembra schiacciata da queste presenze. L’angelo è robusto, Lorenzo si era domandato se nel dipingerlo non si fosse lasciato influenzare dalle immagini vive di quei ragazzi osservati spesso nelle campagne, quando si fermavano un momento, nel lavoro dei campi, per bere un sorso di vino da una brocca. Ma, si chiedeva anche perché mai l’arcangelo Gabriele non avrebbe dovuto assomigliare ad un contadino? Dio Onnipotente può scegliere di servirsi di ogni aspetto, anche il più banale, per dare vita ai Suoi disegni. Si manifesta nel quotidiano, nei momenti più inaspettati, senza fanfare e senza atti eclatanti. Il Mistero entra nella storia per vie banali, mentre si cammina per strada, si va a cavallo, si dorme, si legge, si porta il gregge a pascolare.
Il gatto, aveva pensato, avrebbe potuto suscitare altre perplessità. Un gatto che scappa via, terrorizzato, davanti all’angelo. Qualcuno avrebbe potuto parlare di simbolo del male, scacciato dal momento in cui viene dato l’annuncio che ha cambiato la storia. Eppure, eppure…se l’angelo è fisicamente entrato nella stanza di Maria, non sarebbe stato affatto strano che il gatto di casa si fosse spaventato all’entrata irruente di quel messaggero celeste e scappare via. Non un evento spirituale, ma “qualcosa” di concreto e di fulminante che persino un gatto “vede” e percepisce, fino a spaventarsene e darne così una indiretta testimonianza.
Lotto, in quel 1533, ha oltre cinquant’anni, ha già alle spalle committenze importanti, viaggi e permanenze in città da Nord fino a Roma e poi a Recanati, Jesi, Ancona. Non dimentica, non può dimenticare Venezia, la sua luce, i suoi palazzi, le sue botteghe, la pittura che ormai fa scuola e che anche per Lotto è imprescindibile, ma che nella sua opera ha subito profonde modifiche.