Città del Vaticano , giovedì, 31. dicembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Il 2020 è stato senza dubbio un anno difficile. Una sola parola lo ha caratterizzato, coronavirus. La pandemia ha influito sull'agenda di Papa Francesco e su tutto il suo pontificato. Ma nonostante questo non sono mancati momenti importanti, addirittura storici.
Come dimenticare il pomeriggio del 27 marzo. Un momento che rimarrà nella memoria e che verrà sicuramente anche studiato dai posteri. Papa Francesco prega per la fine della pandemia. Un momento intenso, forte, unico. Il Pontefice da solo, in Piazza San Pietro, sotto una pioggia battente, con il rumore delle ambulanze, davanti al Crocifisso di San Marcello, quel crocifisso miracoloso che salvò Roma dalla peste del 1600. Il Papa implora Dio di fermare i contagi in quel periodo buio di lockdown per l'Italia.
"Da settimane sembra che sia scesa la sera. Fitte tenebre si sono addensate sulle nostre piazze, strade e città; si sono impadronite delle nostre vite riempiendo tutto di un silenzio assordante e di un vuoto desolante, che paralizza ogni cosa al suo passaggio: si sente nell’aria, si avverte nei gesti, lo dicono gli sguardi. Ci siamo ritrovati impauriti e smarriti. Come i discepoli del Vangelo siamo stati presi alla sprovvista da una tempesta inaspettata e furiosa. Ci siamo resi conto di trovarci sulla stessa barca, tutti fragili e disorientati, ma nello stesso tempo importanti e necessari". Tutti in Italia,e non solo, ricordiamo le parole di conforto del Papa, in quel giorno dove gli ospedali della nostra penisola contavano più di 900 morti a causa del Covid19.
"Consegniamogli le nostre paure, perché Lui le vinca. Come i discepoli sperimenteremo che, con Lui a bordo, non si fa naufragio. Perché questa è la forza di Dio: volgere al bene tutto quello che ci capita, anche le cose brutte. Egli porta il sereno nelle nostre tempeste, perché con Dio la vita non muore mai", grida forte Papa Francesco in quella piazza, centro del mondo.
Francesco, impartendo la benedizione ‘Urbi et Orbi’ con l’indulgenza plenaria, usa espressioni molto toccanti che bene descrivono la condizione terribile della prima inaspettata ondata.