Entrato nell'Istituto della Carità, fondato dal beato Antonio Rosmini, nel 1936, emette la Professione religiosa.
Divenuto sacerdote, approfondisce la propria ascesi vero Dio, culminata il giorno della scomparsa il 1 novembre 1957, giorno in cui la Chiesa celebra la solennità di tutti i Santi.
Chi lo ha conosciuto lo ricorda come l'uomo per gli altri: poveri, mendicanti, ed erranti dell'esistere hanno bussato alla porta della sua generosità, trovandovi quella pace, a lungo, cercata dal poeta.
Visse la consacrazione religiosa, seguendo le parole del Padre fondatore, che voleva la carità come fine e mezzo dell'essere nel mondo.
La sua lirica, asciutta e ben determinata, è ricca di immagini e di altezze, che evocano gli stati d'animo vissuti dal cantore.
Fu un innamorato dell'Assoluto e lo visse identificandolo nel Cristo, a lungo cercato e scoperto nell'adesione ai valori evangelici.
Tra le molte opere che ha lasciato, raccolte in più edizioni, tra cui i Frammenti lirici (1913) ed i Canti anonimi (1922) è bello rileggere La Speranza.
La poesia tocca le corde dell'anima, in quanto raccoglie le difficoltà vissute dal poeta e superate alla luce del proprio itinerario religioso.
Essa è canto, lode, ma anche uno sguardo aperto sull'esistenza, fatta di ostacoli ed ombre ma anche di luce che illumina il cammino dell'uomo, alla perenne ricerca dell'amore.
Eccola:
Speravo in me stesso: ma il nulla mi afferra.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.
Nell'ambito di questo servizio gratuito, potrete ricevere occasionalmente delle nostre offerte da parte di EWTN News ed EWTN. Non commercializzeremo ne affitteremo le vostre informazioni a terzi e potrete disiscrivervi in qualsiasi momento.
Speravo nel tempo, ma passa, trapassa;
In cosa creata: non basta, e ci lascia.
Speravo nel ben che verrà, sulla terra:
Ma tutto finisce, travolto, in ambascia.
Ho peccato, ho sofferto, cercato, ascoltato