Roma , venerdì, 25. dicembre, 2020 16:00 (ACI Stampa).
E’ il giorno di Natale, un giorno diverso da tutti i giorni di festa vissuti. E’ un Natale vissuto all’ombra della pandemia e in molti ci sentiamo smarriti, tristi, preoccupati. Allora, proprio adesso, immaginiamo di non essere più qui, nelle nostre città semideserte e blindate, ma in un luogo antico e lontano.
Pensiamo al deserto della Cappadocia, dove nei primi secoli dopo Cristo fiorisce una capillare comunità di cristiani, di piccole e grandi chiese, di eremiti, di monaci. Le terre dei primi padri della Chiesa, che oggi desolatamente rischiano di vedere estinta, per così dire, la presenza dei cristiani. In questo paesaggio lunare, fatto di rocce dalle strane conformazioni, di deserto, di bellissime città che sorgono come miraggi, oggi, un giorno di Natale di oltre 1700 anni fa, risuona una voce che afferma, sicura e piena di gioia: il Signore verrà e ci salverà.
E’ questo il messaggio di Anfilochio di Iconio, monaco e vescovo, che vuole preparare i suoi fratelli, i fedeli, tutti coloro che lo ascoltano, alla vera, irrinunciabile gioia che porta il Natale, e oggi noi possiamo leggerlo, scoprendo che la forza del suo messaggio rimane la stessa, attraversando i secoli e mostrando che quell’evento che descrive, la venuta del Signore in questo mondo, dentro la storia, la sua incarnazione, è un eterno qui e ora, che mai viene meno.
La Libreria editrice vaticana, come succede da vari anni, presenta in occasione delle feste natalizie alcuni volumi che propongono testi dei primi padri della Chiesa. Una iniziativa importante, per riattualizzare e far conoscere meglio questo prezioso patrimonio ancora poco conosciuto di testi e di spiritualità di cui si nutrono le radici della nostra fede.
Il volume propone per la prima volta in traduzione italiana due omelie, la prima sul Natale e la seconda sulla Madre di Dio, Simeone e Anna, del vescovo di Iconio Anfilochio, un padre originario della Cappadocia del V secolo. Nome meno conosciuto, il suo, eppure la sua opera è ugualmente significativa al pari di quella dei suoi conterranei Basilio Magno, Gregorio di Nazianzo, Gregorio di Nissa ed Evagrio Pontico.Il volume è curato da Lucio Coco, la prefazione ai testi è firmata dal cardinale Angelo Comastri..