Roma , sabato, 12. dicembre, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Ci prepariamo ad un Natale “inedito” e nelle diocesane italiane i vescovi si interrogano su come accompagnare le comunità in questo tempo “forte” per i fedeli. Nelle settimane scorse si è aperto un dibattito sulle celebrazioni eucaristiche della Vigilia e del giorno di Natale dovute soprattutto alle misure che il Governo ha preso per contrastare la diffusione del virus che purtroppo è ancora presente.
In questa settimana i Vescovi del Triveneto si sono ritrovati, in video conferenza, per fare il punto e per confermare “vicinanza, sostegno e solidarietà alle persone, alle famiglie e alle comunità più colpite e messe a dura prova dall’attuale situazione di pandemia” oltretutto aggravata anche dal maltempo che ha flagellato vari territori. L’invito è stato quello di preparare e “vivere con fede e speranza ed anche la necessaria prudenza” i prossimi giorni del Natale che definiscono “inediti” per cogliere soprattutto “l’opportunità di apprezzare il carattere fondamentale e il cuore essenziale della fede cristiana, che è incontro autentico e sempre nuovo con il Dio che in Gesù Cristo si fa Bambino, assume anche le povertà e le fragilità dell’uomo e ridona a tutti il senso della comune umanità e fraternità”.
I vescovi del Triveneto hanno espresso la loro “preoccupazione circa l’effettiva possibilità per molti fedeli – causa il protrarsi della pandemia – di accedere al sacramento della confessione nella tradizionale forma ‘individuale’, per una serie di oggettive difficoltà ed anche per evitare altri contagi e mettere ad ulteriore rischio la salute dei fedeli e dei ministri del Sacramento”.
E dopo una consultazione con la Penitenzieria Apostolica, hanno quindi convenuto che tale situazione di pandemia possa “configurare quei casi di grave necessità previsti dal Diritto Canonico e tali da portare, ad esclusivo giudizio del Vescovo diocesano e secondo modalità da lui stabilite, a valorizzare e rendere praticabile la cosiddetta ‘terza forma’ del rito della confessione con assoluzione comunitaria e generale, sia per gli adulti che per i bambini e i ragazzi. Tutto ciò è nell’intento di valorizzare la dimensione cristiana del Natale”. Ciò potrà avvenire in un tempo ben determinato e limitato (dal 16 dicembre 2020 al 6 gennaio 2021), avendo cura di separare la celebrazione penitenziale comunitaria dalla celebrazione dell’Eucaristia ed accompagnando il segno sacramentale con “un’adeguata catechesi e opera di formazione che metta in rilievo la straordinarietà della forma adottata per il sacramento, il dono del perdono e della misericordia di Dio, il senso del peccato e l’esigenza di una reale e continua conversione con l’invito a vivere – non appena sarà possibile – il sacramento stesso nelle modalità e forme tradizionali e ordinarie (confessione individuale)”, spiegano in una nota.