Città del Vaticano , lunedì, 7. dicembre, 2020 17:00 (ACI Stampa).
Questa domenica, 6 dicembre, dopo la recita dell’Angelus, Francesco - rispondendo ad acclamazione dalla piazza san Pietro: “Viva il Papa” - ha detto: “Sono bravi quelli dell’Immacolata!” Chi ha avuto modo di partecipare alla preghiera domenicale sulla piazza vaticana deve aver notato un gruppo di diverse decine di persone - suore, sacerdoti e famiglie con bambini - con un grande striscione blu con la scritta "L'Immacolata Vincerà".
Dopo la recita dell’Angelus, tutti si inginocchiano per la benedizione del Papa e poi si alzano gridano con tutta la forza: "Viva il Papa!". Questa scena si ripete da oltre 25 anni ed è diventata un elemento degli incontri domenicali con il Santo Padre. Per la prima volta, l'ormai famoso striscione è apparso sotto la finestra del Palazzo Apostolico domenica, 8 gennaio 1995, alla vigilia del viaggio di Giovanni Paolo II in Asia (Filippine, Papua Nuova Guinea, Australia e Sri Lanka). Quando il Papa lo vide allora, aggiunse al suo discorso ufficiale parole significative: "Anch’io sono convinto che l'Immacolata vincerà".
Chi sono questi pellegrini speciali che vengono a San Pietro con lo striscione "L' Immacolata vincerà"? È un gruppo di persone devote della Madonna secondo la formula di san Massimiliano Kolbe, istituito come braccio pastorale della Pontificia Accademia dell’Immacolata.
L’Accademia fu fondata a Roma all'inizio del XIX secolo e Pio IX, il papa del dogma dell'Immacolata Concezione, le diede il titolo di "pontificia". Nell’anno 1988, Giovanni Paolo II la riorganizzò e mise a presiederla suo amico, il cardinale Andrzej Maria Deskur. Una volta, negli anni 90. chiesi al Cardinale quali fossero i compiti dell'Accademia, ecco cosa mi rispose allora: “La Pontificia Accademia dell'Immacolata Concezione si occupa dello studio del dogma e della devozione mariana, ma anche del lavoro pastorale. Giovanni Paolo II attribuiva grande importanza alle attività dell'Accademia perché voleva ripristinare nella Chiesa l’adeguata devozione alla Madre di Dio, il cui culto fu indebolito dall'errata interpretazione del Concilio Vaticano II.
Inoltre, il lavoro all'Accademia è legato al grande compito della nuova evangelizzazione attraverso i santuari mariani. L'Europa è sempre stata ‘la terra della Madonna’ e i suoi santuari, isole di spiritualità. Ricordo le parole di Karol Wojtyla, che, quando era ancora Arcivescovo di Cracovia, disse: 'I santuari mariani costituiscono la capitale della Chiesa perché sono luoghi dove si proclama la Parola di Dio e si celebrano i sacramenti, sono centri di preghiera e d’incontro della Chiesa in un ambito più ampio della parrocchia; sono un luogo dove l'esperienza del pellegrino si intreccia con il mistero di Maria, e l'esperienza della nazione, della patria e del territorio s’intrecciano con l'amore costante della Chiesa e di sua Madre’”.