Città del Vaticano , sabato, 5. dicembre, 2020 17:00 (ACI Stampa).
Un devoto servitore della Sede Apostolica che ha prolungato l’opera della sua famiglia che per quattro generazioni ha avuto modo di vivere collaborare in maniera diversa ma quasi in versione vocazionale.
Il cardinale Pietro Parolin così ha ricordato nella sua omelia questa mattina la vita di Giuseppe Dalla Torre morto a 77 anni per il coronavirus e le cui esequie si sono celebrate a San Pietro in forma semplice ma solenne.
La moglie e la figlia, molti vescovi e cardinali e rappresentati del Sovrano ordine di Malta hanno assistito alla funzione oltre al Capo della Gendarmeria Vaticana.
Il Papa ha inviato un telegramma privato definendo Dalla Torre “Illustre giurista, stimato uomo di cultura e fedele collaboratore della Santa Sede”, ma soprattutto uomo capace di una “luminosa testimonianza cristiana” e “solerte dedizione” nei suoi compiti di “apprezzato docente, presidente del Tribunale dello Stato della Città del Vaticano e infaticabile rettore della Libera Università Santa Maria Assunta”.
Il cardinale Parolin ha ricordato l’ “amico Giuseppe” che “ci manca moltissimo”, e che era “uomo buono, umile e saggio”, “vero discepolo di Gesù” che, “non diversamente da Giovanni Battista, ha speso l’intera vita sua ‘rendendo testimonianza alla luce’ e facendosi instancabile messaggero dei valori spirituali, morali ed umani del suo Vangelo, dedicandosi a far maturare nel cuore di ognuno, e soprattutto dei giovani, la ricerca del vero, del bello e del buono, cioè l’amore per le cose ‘di lassù’“.