Gerusalemme , sabato, 5. dicembre, 2020 15:00 (ACI Stampa).
“Che significa oggi per la Chiesa di Gerusalemme incontrare e testimoniare il Risorto? Che significa essere Chiesa a Gerusalemme? E che interpretazione ne do io, chiamato ad esserne pastore?” Con queste domande Pierbattista Pizzaballa ha iniziato la sua prima omelia come Patriarca latino di Gerusalemme nella Basilica del Santo Sepolcro.
Non un luogo qualsiasi, ma il Luogo Santo designato dalla tradizione per essere l’inizio di ogni nuovo cammino ecclesiale in Terra Santa. Un luogo che evoca la Pasqua, momento centrale della vita cristiana che si esprime nel “donare la vita per amore”. Pizzaballa ha invocato la forza, il coraggio e la costanza di dare la propria vita per la Chiesa di Gerusalemme.
Una responsabilità dinanzi alla quale non nasconde sentimenti di timore, riconoscendo come essa superi le sue umane capacità, una “Croce” di cui accetta il peso con rinnovata obbedienza, sull’esempio di quella stessa croce “che ha dato senso a tutte le croci del mondo”.
Una missione che segue quelle già affrontate da Pizzaballa nella Terra di Gesù, dove egli vive da trent’anni.
Ecco dunque il perché del riferimento nell’omelia all’obbedienza e, soprattutto, alla memoria, “essenziale per costruire un ponte tra questo nostro presente, pieno di preoccupazioni e paure, e il futuro di speranza che invece troviamo nel Dio rivelato e incontrato in Gesù”. Un presente che deve essere affrontato con un rinnovato slancio pastorale, che tenga conto delle numerose criticità che affliggono la Terra Santa; sfide per le quali Sua Beatitudine chiede preghiere, memore delle parole pronunciate da Gesù nel giorno della sua Risurrezione: “Non temete, andate ad annunciare ai miei fratelli…”.
Ieri pomeriggio si è svolta la cerimonia di insediamento, come da tradizione, percorrendo il tragitto che separa, all’interno della città vecchia, il complesso patriarcale dalla Basilica del Santo Sepolcro. Il tutto nel rispetto, per quanto possibile, delle norme di sicurezza che impongono una presenza ristrettissima di persone a questo tipo di eventi per evitare pericolosi assembramenti.