Roma , venerdì, 4. dicembre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
Ci sono sempre più persone in fuga, e sempre meno sono quelle accolte in Europa e in Italia. Lo sottolinea un rapporto della Fondazione Migrantes della CEI sul diritto di asilo. Che certifica anche come “la situazione dei migranti che giungono in Europa via mare attraverso il Mediterraneo centrale e le risposte di alcuni governi dell’UE nel 2020 hanno messo in evidenza come la pandemia di Covid-19, una dura prova per tanti Paesi, abbia fornito allo stesso tempo anche i pretesti per una serie di misure ‘difensive’.”
Molti i progetti messi in atto durante quest’anno da Migrantes. Il progetto Exodus-Fuga dalla Libia, partito nell’estate 2018, ha lo scopo di recuperare quanti partono dalla Libia e che non riescono mai ad arrivare a destinazione.
Il rapporto fra popolazione in situazione di sradicamento forzato (79,5 milioni di persone fra rifugiati all’estero, sfollati interni e richiedenti asilo oltre a 3,6 milioni di venezuelani dispersi all'estero senza status) e popolazione globale a fine 2019 è pari a un abitante del mondo su 100. Nel 2010 si trattava "solo" di 1 su 159. L’85% dei rifugiati e dei venezuelani dispersi all’estero si trovano nei Paesi “in via di sviluppo”.
Sono 107.800 i rifugiati reinsediati in 26 Stati del mondo da precari Paesi di primo asilo nel 2019, con o senza l’assistenza dell’UNHCR (l’agenzia ONU per i rifugiati). L’UNHCR però stima che i rifugiati che ne avevano bisogno e diritto nell’anno fossero 1.428.000 (e oggi 1.440.000).
Gli attraversamenti “irregolari” di migranti e rifugiati registrati alle frontiere esterne dell’Unione Europea fra gennaio e settembre 2020 sono circa 72.500, il 21% in meno rispetto allo stesso periodo 2019.