“La ‘comunione’ è intesa come il Corpo di Cristo e l’incontro coi fratelli nella celebrazione domenicale, quando insieme spezziamo il ‘pane della vita’ e beviamo al ‘calice della salvezza’. L’Eucaristia è dono per la nostra vita e non è solo il prodigio straordinario del pane e del vino che diventano il Corpo e il Sangue di Cristo. Noi adoriamo l’Eucaristia e la riceviamo per vivere qualcosa di meraviglioso che ci trasforma ontologicamente. Al momento della ‘comunione’, quell’ ‘amen!’ significa che voglio essere con Cristo e restare unito a lui per portare frutto. L’uomo eucaristico o ‘eucaristizzato’ accetta come dono il mondo, se stesso e gli altri. Una fede purificata dall’Eucaristia aiuterà gli uomini ad affrontare i problemi dell’attuale crisi sociale e ambientale e ad assumere un atteggiamento diverso non solo verso la creazione in quanto mondo esterno ma, in ultima analisi, verso se stessi e gli altri”.
In quale rapporto l’Eucaristia agisce con la creazione?
“E’ giusto indagare sul rapporto tra Eucaristia e creazione nel preciso momento storico, dove alla crisi economica e dei valori si somma l’emergenza ecologica (e sanitaria per la pandemia da Covid-19): l’uomo deve riscoprire il compito che Dio gli ha affidato, che non è quello del padrone assoluto del creato; egli deve essere l’amministratore della creazione e gestirla con responsabilità. Sia l’Eucaristia che la creazione sono delle ‘teche d’amore’: dell’amore di Dio che, nell’incarnazione del Figlio e nella sua Pasqua, ha già inaugurato la nuova creazione. Il legame sistematico tra Eucaristia e creazione è talmente fecondo e ricco che risulta difficile focalizzarlo in tutte le sue sfumature, ma tra tutti, un aspetto è centrale: la celebrazione dell’Eucaristia introduce nella verità della creazione. Deve nascere un’autentica spiritualità del creato e l’etica della creazione per una nuova conversione ecologica. Nell’Eucaristia troviamo la possibilità di una rinnovata comprensione del mondo creato che, seppur piagato dal peccato, nell’azione liturgica esce rinnovato e redento. Sull’altare, realtà celeste e realtà terrena s’incontrano per ripristinare l’armonia primigenia”.
Quindi l’eucaristia apre a una visione cosmica ed escatologica?
“Questo tempo di krisis, in senso biblico, cioè tempo di riflessione, di metànoia, ci propone un nuovo modello di vita. Agli uomini e alle donne che incrociamo sul nostro cammino, affranti dalle tante difficoltà e paure, abbiamo il dovere di indicare la via dell’Eucaristia, del grande dono di Dio al mondo. San Vincenzo Romano, il ‘parroco santo’ di Torre del Greco, amava dire che l’Eucaristia ‘è il tesoro infinito dei cristiani’. Solo così è possibile sperare, con Cristo morto e risorto, in un ‘mondo altro’ e nella vita nuova. L’Eucaristia diventa, così, in riferimento alla fraternità, un dono simbolico ed escatologico di grande responsabilità. L’Eucaristia è ‘culmine e fonte e di tutta la vita cristiana’ e il magistero della Chiesa ha insistito in maniera energica sulla forma eucaristica della vita cristiana, protesa verso la parusía, perché ‘ogni volta infatti che mangiate questo pane e bevete al calice, voi annunciate la morte del Signore, finché egli venga’ (1Cor 11,26). Sì, il Signore tornerà e farà nuove tutte le cose”.
Iscriviti alla nostra newsletter quotidiana
Ricevi ogni giorno le notizie sulla Chiesa nel mondo via email.