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Paolo VI, la difesa del celibato sacerdotale e la passione per i lontani

Un libro che raccoglie scritti e inediti del Papa raccolti da Padre Sapienza

Non esistono lontani, la copertina del libro |  | San Paolo Edizioni Non esistono lontani, la copertina del libro | | San Paolo Edizioni

Padre Leonardo Sapienza ci ha abituati da tempo a raccolte di testi inediti su Papa Paolo VI che spesso raccontano aspetti del pensiero del Pontefice quasi dimenticati. L’ultimo libro raccoglie un magistero “minore” nel senso di non sempre riportate nei testi ufficiali, e molti autografi, dedicati al rapporto del Papa con i “lontani”.

Il tema è il dialogo che va fatto per “allargare i confini a un incontro fra la Chiesa e il mondo- scrive Sapienza nella introduzione-  facendo attenzione a un pericolo: .…” quello di scambiare l’avvicinamento degli indifferenti, dei lontani, degli avversari con l’assimilazione al loro modo di pensare e di agire. Non saremmo più dei conquistatori, ma dei conquistati. (Omelia di Montini dell’Epifania 1960).

I temi sono moltissimi e del resto, scrive Sapienza, “ormai il problema dei lontani é il dramma religioso della nostra società, cattolica di tradizione e non più cristiana nell’anima e nella vita”.

Leggere testi resi poi ufficiali, di messaggi radio e video, nella originalità della scrittura minuta e inclinata del cardinale Montini alla sua Milano, rende chiaro che la passione per la ricerca di chi si è perso.

Così per capire cosa sono i lontani per Montini si pò leggere un testo del 1958 : “Se si pensa poi alle barriere che l’irreligiosità oppone al ministero pastorale, le difficoltà del tempo crescono a dismisura: difficoltà per nuove abitudini del popolo, difficoltà per divertimenti troppo distraenti, difficoltà per opinioni erronee circolanti, difficoltà per il nuovo spirito umanistico ed edonistico, che si diffonde in contrasto con la concezione religiosa della vita, difficoltà per l’organizzazione, gli interessi, l’opinione pubblica, con cui l’irreligiosità si fortifica, e da passiva si fa militante; tante avversità sembrano cospirare per soffocare la fede, la preghiera, il ricordo di Dio, l’amore a Cristo e alla Chiesa, la certezza della vita eterna”. Parole di grande attualità.

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Tra i tanti temi di un libro che va scoperto e assaporato quello del celibato sacerdotale. Al tema Sapienza dedica un intero capitolo perché con un inedito, degli appunti della Segreteria di Stato che riporta un intenso colloquio tra Paolo VI con il Cardinale Bernard Alfrink, Arcivescovo di Utrecht e Presidente dei Vescovi Olandesi che già nell’ immediato post Concilio aveva preso quella strada della “ Chiesa olandese” che poi venne affrontata con decisione da Giovanni Paolo II nell’ Assemblea sinodale speciale del gennaio del 1980 .

Il libro riporta attraverso documenti poco noti l’impegno di Paolo VI per correggere la deriva pastorale nei Paesi Bassi.

Il Papa lo scrive al Segretario di Stato, il cardinale Villot: “le dichiarazioni rese pubbliche in questi giorni in Olanda sopra il celibato ecclesiastico ci hanno profondamente addolorato

ed hanno sollevato tante questioni nel nostro spirito: per i motivi di così grave atteggiamento, contrario alla sacrosanta norma vigente nella nostra Chiesa latina; per le ripercussioni in tutto il popolo di Dio, specialmente nel clero e nei giovani che si preparano al sacerdozio; per le conseguenze perturbatrici nella vita dell’intera Chiesa, e per le risonanze che essa provoca presso tutti i cristiani, ed anche tra gli altri membri della famiglia umana.”

Ovvio che per il Papa la questione è molto seria. Scrive Paolo VI al suo Segretario di Stato:  “I valori evangelici non possono essere compresi e vissuti se non nella fede, nella preghiera, nella penitenza, nella carità e non senza lotte n. mortificazioni, né senza suscitare ancora, talvolta, come il Cristo e gli Apostoli, lo scherno e il disprezzo del mondo,

l’incomprensione e perfino la persecuzione. Il dono totale al Cristo giunge fino alla follia della Croce”.

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Per il Papa non è questione di disciplina modificabile, ma di fede. E’ il 2 febbraio del 1970. Il mondo fuori dalle Mura Vaticane vive un periodo di grande confusione, i media hanno lasciato passare l’idea che a breve “ i preti si sarebbero potuti sposare”, e in molti “lasciano”.

Tanto che la questione prosegue ad occupare il cuore del Papa. Nell’archivio della Segretaria di Stato Sapienza recupera un testo dell’ 11 luglio 1970 quando Paolo VI riceve per la seconda volta in due giorni in udienza il Cardinale Bernard Alfrink, Arcivescovo di Utrecht.

Il testo deve aver circolato in modo informale perché Papa Francesco nel cita una frase senza ricordare però la fonte. E la frase è di quelle che si ricordano infatti. Alfrink parla di ordinare uomini sposati, e il Papa risponde : “ Pensa V.E. che una simile legge della Chiesa resisterà? O si dirà: si può essere sposato e un buon prete? Preferirei essere morto o dare le dimssioni”.  A lato un appunto del cardinale Villot : non trasmettere.  Una vera censura al pensiero del Papa?

La nota ritrovata in archivio è stata inviata da Papa Francesco stesso a Padre Sapienza, con un appunto : “Io penso lo stesso di S. Paolo VI”.

Tutta da meditare poi la riflessione finale del libro, un testo di Paolo VI sulla Tradizione: “una pianta che fiorisce ad ogni primavera, una linfa che continuamente si rinnova”.

Giovanni Battista Montini, Leonardo Sapienza (a cura di), Non esistono lontani,
Edizioni San Paolo 2020, pp. 256, euro 18,00