Roma , martedì, 24. novembre, 2020 16:00 (ACI Stampa).
“Nelle nostre carceri a causa della paura dei contagi molte attività sono state rallentate, di conseguenza i detenuti vivono maggiormente la loro solitudine e l’abbandono, nonostante ci sia la consapevolezza che la prigione che si apre alle relazioni genera una società più sicura”.
E’ questo il senso del messaggio per l’Avvento dell’Ispettore Generale Cappellani delle Carceri d’ Italia, don Raffaele Grimaldi, indirizzato a Cappellani, diaconi e suore che prestano il servizio pastorale e di fratellanza negli Istituti Penitenziari della Penisola. Di fronte allo scoraggiamento, alla precarietà e alla paura causati dalla crisi pandemica in atto, l’invito rivolto agli operatori della pastorale carceraria è quello di essere sentinelle di Speranza capaci di annunciare il giorno, dopo l’oscurità della notte.
Il testo parte proprio dalle parole di Isaia : “Sentinella, quanto resta della notte? Sentinella quando resta della notte? Risponde la sentinella: “Viene il mattino e poi la notte; se volete domandare, domandate, convertitevi e venite” .
E la domanda di partenza è semplice: “Come possiamo vivere il nostro impegno accanto ai ristretti? Quali attività pastorali, nei nostri limiti, possiamo mettere in atto?
San Francesco d’Assisi all’inizio della sua avventura di fede e di discepolato consegnava ai suoi frati, anche loro un pò scoraggiati, un messaggio semplice ma ricco di ottimismo valido anche per noi oggi: “Cominciate col fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all'improvviso vi sorprenderete a fare l’impossibile””.