Napoli , mercoledì, 25. novembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Il coronavirus travolge tutta Italia. I dati dei contagi e il numero delle vittime non sono affatto confortanti e l'Italia è divisa in zona rossa, arancione e gialla. Tra le regioni in zona rossa c'è la Campania, duramente segnata dalla povertà, dalla disoccupazione, dalla mancanza di posti letto negli ospedali e nelle terapie intensive. Ma cosa sta facendo la Caritas di Napoli per provare ad arginare tutti questi poblemi? ACI stampa ne ha parlato con Don Enzo Cozzolino, Responsabile della Caritas Diocesana di Napoli.
La Campania è zona rossa. Come è davvero la situazione che state vivendo in prima linea?
L'esperienza di una zona rossa la abbiamo già vissuta nei mesi di marzo-aprile, quando la definizione 'lockdown' era a livello nazionale e ancora non c'era il virus a colori. Papa Francesco ha definito la Chiesa come 'ospedale da campo' e questa definizione si adatta bene alla Caritas che vive questo ospedale come luogo di accoglienza e soccorso. Alla stregua degli ospedali e dei Vigili del fuoco, nei momenti di maggior bisogno la Caritas allarga le sue braccia cercando di non restare chiusa nei suoi uffici, ma si attiva anche con altri mezzi. Il telefono in questo periodo (e soprattutto nei mesi di marzo-aprile), è stato un contatto semplice ma di grande aiuto. L'impossibilità a poter venire personalmente in Caritas nei momenti di chiusura totale è stata sostituita dal telefono dietro il quale una serie di persone (preti, diaconi e laici, funzionari dell'ufficio e volontari) si attivano per poter dare una risposta alle richieste più varie. Il primo e più importante aiuto è l'ascolto; in questi momenti il dolore chiede ascolto al fratello dal volto sconosciuto e molti trovano anche il coraggio di piangere nel descrivere il loro problema al telefono. Segue spesso una richiesta di aiuto concreto. La Caritas non ha mai chiuso in questo periodo.
La Caritas Campania cosa sta facendo? Quali sono gli interventi di soccorso in atto contro il covid?
I campi di intervento della Caritas Diocesana sono vari: innanzi tutto un ascolto fraterno ed empatico, affrontando le difficoltà della persona o più spesso della famiglia insieme e valutando le possibili soluzioni. Se l'ascolto è per forza di cose non di persona ma esclusivamente telefonico, sono in genere più pressanti i problemi concreti, quindi si può operare con l'ausilio anche di WhatsApp oppure e-mail per inviare i documenti necessari all'aiuto. La confezione di pacchi alimentari è demandato al CAIR e alle Parrocchie, che sul proprio territorio conoscono meglio le richieste più urgenti. Le mense, 23 in tempi normali, stanno lavorando a tutta forza per poter rispondere ad esigenze sempre maggiori. Fino a pochi giorni fa, prima dell'istituzione della zona rossa, era circa 2000 i pasti giornalieri. Per ovvi motivi questi pasti sono consegnati in cestino e non a tavola come prima della pandemia. Devo dire che la generosità di privati, aziende e commercianti è davvero venuto incontro alle esigenze alimentari delle Parrocchie e delle mense, altrimenti sarebbe stato molto difficile preparare i pacchi e i cestini di cibi cucinati per una numero così grande di ospiti. Anche il Nostro Cardinale Arcivescovo si è impegnato tramite l'esercito a fornire, recuperare e distribuire le derrate alimentari. È inoltre operativo un servizio di guardaroba solidale per gli abiti e le coperte, utilissime considerato che ci stiamo avviando verso l'inverno.