Hanoi , martedì, 24. novembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Padre Thomas Vu Ba Loan prima di morire, affermò solennemente: “Non abbraccio una religione da una terra straniera, rendo solo il culto al Dio di tutti gli uomini”. Il vescovo Feliciano Alonso Phe sottolineò che le armi dei cristiani “non erano pistole e spade, ma fede, preghiera e carità”. Le storie dei martiri del Vietnam, uccisi in odio alla fede tra il 1745 e il 1862, raccontano di un cattolicesimo vivo, presente, indomito. Non si piegò alla persecuzione religiosa allora, non si è piegato in epoca comunista.
Non è un caso che oggi in Vietnam ci sono 7 milioni di cattolici, abbastanza per fare sì che il cattolicesimo abbia un peso non indifferente anche nella società, sebbene minoranza. Non è un caso che il Vietnam si avvia ad essere il primo Paese asiatico di tipo comunista ad aprire relazioni diplomatiche con la Santa Sede, aperte con un tavolo bilaterale diverso tempo fa, con una discussione che a volte sembra lenta, ma che è perlomeno costante, nonostante gli ostacoli.
La festa dei martiri vietnamiti è il 24 novembre, perché fu in questo giorno che tre di loro morirono. Quest’anno, a causa della pandemia, la celebrazione in tutto il Vietnam è stata anticipata al 15 novembre, anche in modo da permettere alle persone di partecipare alla festa di Cristo Re della domenica successiva.
I martiri furono vittime, tra i secoli XVII e XIX, di 50 editti anticristiane che provocarono l’uccisione di circa 130 mila fedeli. I 117 martiri vietnamiti sono stati beatificati nel 1900, 1906, 1909 e 1951, e sono stati poi canonizzati insieme da San Giovanni Paolo II. Il 14 dicembre 1990, con la lettera apostolica Si quidem cunctis, lo stesso Papa li ha dichiarati patroni del Vietnam.
Dei 117 santi martiri, 21 sono missionari stranieri e 96 vietnamiti, e quasi la metà dei vietnamiti erano laici, tra mandarini, ufficiali civili e militari, soldati, uomini di affari dottori, pescatori, falegnami, sarti, fattori. Il protomartire del Vietnam è il beato Andre di Phu Yen, condannato a morte nel 1644, con l’accusa, uguale per tutti gli altri dopo di lui, di essersi uniti ad una religione straniera nel combattere contro il governo e tradire la nazione.