Città del Vaticano , domenica, 22. novembre, 2020 10:33 (ACI Stampa).
Nella Solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’universo Papa Francesco ha presieduto la Messa – come ormai di consueto all’Altare della Cattedra della Basilica Vaticana - al termine della quale ha luogo il passaggio della Croce e dell’Icona di Maria Salus Populi Romani, simboli delle Giornate Mondiali della Gioventù, dalla rappresentanza dei giovani panamensi ai giovani portoghesi. LA GMG di Lisbona è stata rinviata al 2023 per il dilagare della pandemia.
Nel Vangelo di oggi – ha detto il Papa nell’omelia – “il Signore ci consegna la lista dei doni che desidera per le nozze eterne con noi in Cielo. Sono le opere di misericordia, che rendono eterna la nostra vita”.
Riprendendo l’esempio di San Martino, Francesco sprona i giovani a non rinunciare “ai grandi sogni. Non accontentiamoci del dovuto. Il Signore non vuole che restringiamo gli orizzonti, non ci vuole parcheggiati ai lati della vita, ma in corsa verso traguardi alti, con gioia e con audacia. Non siamo fatti per sognare le vacanze o il fine settimana, ma per realizzare i sogni di Dio in questo mondo. Egli ci ha reso capaci di sognare per abbracciare la bellezza della vita. E le opere di misericordia sono le opere più belle della vita, vanno al centro dei nostri grandi sogni. Se hai sogni di vera gloria, non della gloria del mondo che viene e va, ma della gloria di Dio, questa è la strada. Perché le opere di misericordia danno gloria a Dio più di ogni altra cosa, sulle opere di misericordia saremo giudicati”.
Papa Francesco commenta poi il momento del giudizio finale dove “il Signore si basa sulle nostre scelte. Sembra quasi non giudicare: separa le pecore dalle capre, ma essere buoni o cattivi dipende da noi. Egli trae solo le conseguenze delle nostre scelte, le porta alla luce e le rispetta. La vita, allora, è il tempo delle scelte forti, decisive, eterne. Scelte banali portano a una vita banale, scelte grandi rendono grande la vita. Noi diventiamo quello che scegliamo, nel bene e nel male”.
“Se scegliamo Dio – ha aggiunto - diventiamo ogni giorno più amati e se scegliamo di amare diventiamo felici, perché la bellezza delle scelte dipende dall’amore. Gesù sa che se viviamo chiusi e indifferenti restiamo paralizzati, ma se ci spendiamo per gli altri diventiamo liberi. Il Signore della vita ci vuole pieni di vita e ci dà il segreto della vita: la si possiede solo donandola. E questa è una regola di vita. E’ vero che ci sono degli ostacoli che rendono ardue le scelte: spesso il timore, l’insicurezza, i perché senza risposta. L’amore, però, chiede di andare oltre, di non restare appesi ai perché della vita aspettando che dal Cielo arrivi una risposta. L’amore spinge a passare dai perché al per chi, dal perché vivo al per chi vivo, dal perché mi capita questo al per chi posso fare del bene. Per chi? Non solo per me: la vita è già piena di scelte che facciamo per noi stessi. Ma rischiamo di passare anni a pensare a noi stessi senza cominciare ad amare”.