Venezia , venerdì, 20. novembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Il 21 novembre a Venezia si celebra la tradizionale festa della Madonna della Salute. Una festa molto sentita, molto amata dai veneziani e da migliaia di pellegrini. La festa possiede radici antiche, che rimandano al terrore della malattia che semina morte e sofferenza.
Qualcosa che accomuna quei tempi lontani e i nostri giorni tanto segnati dalla pandemia. Intanto un cambiamento vistoso questa situazione lo ha lasciato nella celebrazione stessa della festa. Per rispettare le esigenze di sicurezza e di salute pubblica, dunque, non ci sarà il tradizionale ponte votivo e saranno regolamentati i flussi verso la basilica della Salute.
Cancellato anche il tradizionale mercatino della Salute dove acquistare le candele votive e i dolciumi; la tradizionale “castradina”, il piatto di carne che si mangia in questi giorni, sarà malinconicamente consumato in casa, quasi in solitudine. Chi vorrà comunque andare in chiesa sa che dovrà affrontare code e controlli, rischiando di rimanere comunque fuori, perché l’accesso avverrà con forti limitazioni e l’attento conteggio delle persone presenti.
Ci sarà la consolazione di poter pregare davanti ad una speciale immagine dell’icona della Madonna esposta sul portone centrale della basilica per abbracciare simbolicamente tutti i territori segnati oggi come quattro secoli fa dalla pandemia. E a proposito di candele votive, non potranno essere accese all’interno della basilica, ma ci vorrà comunque offrirle le potrà deporre nei cesti predisposti come dono votivo che diventerà un’opera di carità e sostegno alle famiglie in difficoltà.
La messa che il patriarca Francesco Moraglia presiederà domani alle 11 sarà trasmessa in diretta televisiva e su Facebook. Al termine della liturgia il patriarca reciterà la preghiera dell’Angelus sul sagrato della basilica, rinnovando la consacrazione della città alla Madonna della Salute e impartendo la benedizione, mentre suoneranno a distesa tutte le campane delle chiese del Patriarcato. Rimarrà vivo, dunque, il senso profondamente religioso della celebrazione, ma quel senso di festa comune, di partecipazione di popolo sarà oscurato.