Città del Vaticano , venerdì, 20. novembre, 2020 10:00 (ACI Stampa).
“Ho chiesto al Santo Padre la dispensa dall’ordinazione episcopale prevista dal diritto canonico per chi viene eletto cardinale. Il motivo è duplice. L’episcopato, come dice il nome stesso, designa l’ufficio di chi è incaricato di sovrintendere e pascere una porzione del gregge di Cristo. Ora, nel mio caso, non è prevista alcuna responsabilità pastorale, per cui quello di vescovo sarebbe stato un titolo senza il corrispettivo servizio che implica. In secondo luogo, io desidero rimanere un frate minore cappuccino, nell’abito e nel resto, e la consacrazione episcopale mi avrebbe posto giuridicamente al di fuori dell’Ordine”. Lo ha confermato ieri in una intervista alla Catholic News Agency il Cardinale eletto Raniero Cantalamessa, Predicatore della Casa Pontificia.
“Credo – ha detto P. Cantalamessa - che sia il desiderio del Santo Padre – come è anche il mio – che continui il mio stile di vita di religioso francescano e di predicatore. Il mio unico servizio alla Chiesa è stato quello di proclamare la parola di Dio per cui ritengo che la mia nomina cardinalizia sia un riconoscimento dell’importanza vitale della Parola per la Chiesa, più che della mia persona. Finché il Signore me ne dà la possibilità, continuerò a fare il Predicatore della Casa Pontificia, perché questo è l’unica cosa che mi è richiesta anche come cardinale”.
Nei tanti anni da Predicatore P. Cantalamessa ha voluto ricordare l’imprescindibilità dello Spirito Santo, perché senza il suo intervento “tutto resta sapienza di parole. Di qui il bisogno per ogni annunciatore di coltivare una grande apertura allo Spirito. Solo così si può sfuggire alle logiche umane che tentano sempre di strumentalizzare la parola di Dio per scopi contingenti, personali o collettivi. Questo sarebbe annacquare, o, secondo un’altra traduzione, un fare mercato della parola di Dio”.