Roma , giovedì, 19. novembre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
“L’umanità è nella spirale di cambiamenti che mettono in discussione non solo il valore delle correnti culturali che l’hanno arricchita finora, ma persino l’intima costituzione del suo essere. La natura e il cosmo, assoggettati al dolore e alla caducità dalle manipolazioni umane (cfr Rm 8,20), assumono preoccupanti tratti degenerativi. Anche a voi è chiesto di individuare nuovi stili di vita e nuove forme di linguaggio per annunciare l’amore del Crocifisso, testimoniando così il cuore della vostra identità” Lo scrive Papa Francesco Al Reverendo Padre Joachim Rego C.P. Superiore Generale della Congregazione della Passione di Gesù Cristo (Passionisti) in occasione del Giubeleo dei trecento anni di fondazione.
Il Papa ricorda che i lavori capitolari della Congregazione seguono tre linee: la gratitudine, la profezia e la speranza.
“La vostra gratitudine è frutto della memoria passionis” scrive il Papa che “vi renda profeti dell’amore del Crocifisso in un mondo che va perdendo il senso dell’amore” e “la speranza è vedere nel seme che muore la spiga che rende il trenta, il sessanta, il cento per cento. Si tratta di percepire che nelle vostre comunità religiose e parrocchiali, sempre più assottigliate, continua l’azione generatrice dello Spirito, che rende certi della misericordia del Padre che non ci abbandona”.
E, prosegue il Papa “ quando sostiamo davanti a Gesù crocifisso, riconosciamo tutto il suo amore che ci dà dignità e ci sostiene, però, in quello stesso momento, se non siamo ciechi, incominciamo a percepire che quello sguardo di Gesù si allarga e si rivolge pieno di affetto e di ardore verso tutto il suo popolo”.
Papa Francesco chiede lo sguardo “verso i crocifissi di questa nostra epoca: i poveri, i deboli, gli oppressi e gli scartati dalle molteplici forme di ingiustizia. L’attuazione di questo compito esigerà da parte vostra un sincero sforzo di rinnovamento interiore che deriva dal rapporto personale con il Crocifisso- Risorto” con “gesti concreti che facciano sperimentare quest’amore nel nostro stesso amore che si dona condividendo le situazioni crocifisse, anche spendendo la vita sino alla fine, pur restando chiaro che tra l’annuncio e la sua accoglienza nella fede corre l’azione dello Spirito Santo”