Città del Vaticano , mercoledì, 18. novembre, 2020 9:35 (ACI Stampa).
“Maria non dirige autonomamente la sua vita: aspetta che Dio prenda le redini del suo cammino e la guidi dove Egli vuole!” E’ questo per Papa Francesco l’insegnamento per noi che viene da Maria e dal suo modo di pregare.
Nella catechesi della udienza generale tenuta ancora nella Biblioteca del Palazzo Apostolico in diretta a causa della pandemia, Francesco spiega: “ Non c’è modo migliore di pregare che mettersi come Maria in un atteggiamento di apertura: “Signore, quello che Tu vuoi, quando Tu vuoi e come Tu vuoi”. Gli uomini di cuore pregano con umiltà essenziale e semplice, dice il Papa, quanti credenti vivono così la loro preghiera! Non arrabbiandosi perché le giornate sono piene di problemi, ma andando incontro alla realtà e sapendo che nell’amore umile, offerto in ogni situazione, noi diventiamo strumenti della grazia di Dio”. Tutti possiamo pregare così quasi senza parole.
E prosegue: “La preghiera sa ammansire l’inquietudine, e noi siamo inquieti e vogliamo le cose subito, ma la vita non è così, la preghiera sa trasformarla in disponibilità. La Vergine Maria, in quei pochi istanti dell’Annunciazione, ha saputo respingere la paura, pur presagendo che il suo “sì” le avrebbe procurato delle prove molto dure”. Ogni giorno donato da Dio è una chiamata e allora, dice il Papa, si deve chiedere al Signore la sua presenza e non ci abbandoni nella tentazione, questo è il finale del Padre nostro, ricorda.
Maria accompagna la Chiesa con la preghiera silenziosa. E la sua presenza è sempre una preghiera, e così Maria partorisce la Chiesa, è Madre della Chiesa.
Papa Francesco poi sottolinea “la naturale intuizione femminile - di Maria che - viene esaltata dalla sua singolarissima unione con Dio nella preghiera. Per questo, leggendo il Vangelo, notiamo che ella sembra qualche volta scomparire, per poi riaffiorare nei momenti cruciali: è la voce di Dio che guida il suo cuore e i suoi passi là dove c’è bisogno della sua presenza silenziosa di Madre e discepola, quella che ha imparato meglio le cose di Gesù”.