Città del Vaticano , domenica, 15. novembre, 2020 12:15 (ACI Stampa).
Papa Francesco invita a prendersi cura dei poveri, risponde alle critiche di chi dice che i preti devono parlare di vita eterna e non di poveri perché "i poveri sono al centro del Vangelo", e chiede a tutti di ricordare che Gesù ci dice che lui è stesso è il povero che ha bisogno.
Il Papa centra, come sempre, la parte che precede la preghiera dell’Angelus sul Vangelo, che questa domenica presenta la parabola dei talenti, e di come il signore che deve partire affida i talenti “secondo le capacità di ciascuno”, a chi cinque, a chi due, a chi uno, come sempre il Signore che “ci conosce bene, sa che non siamo uguali e non vuole privilegiare nessuno a scapito degli altri”.
Durante l’assenza del padrone, i primi due servi si danno da fare fino a “raddoppiare la somma loro affidata”, ma il terzo, quello che ha ricevuto un talento, “per evitare rischi”, lascia il talento in una buca “senza farlo fruttare”. E così, mentre il padrone ricompensa i servi che hanno fatto fruttare i talenti, mentre al terzo, che “cerca di difendersi della sua pigrizia accusando il padrone di essere duro”, viene tolto il talento e viene gettato fuori dalla sua casa.
È una parabola che “vale per tutti, ma in particolare per i cristiani”, dice Papa Francesco, perché “tutti abbiamo ricevuto da Dio un patrimonio come esseri umani”, a partire dalla vita stessa fino alle nostre capacità, ma questi doni devono essere realizzati “come servizio a Dio e ai fratelli”, perché sarà questo che conterà nel giudizio personale.
"Oggi - ha detto il Papa - che è la Giornata dei Poveri, dove la Chiesa dice ai cristiani tendi la tua mano al povero. Non sei solo nella vita, c’è gente che ha bisogno di te. Non essere egoista. Tutti dobbiamo usare i nostri doni per il bene".