Città di Castello , sabato, 14. novembre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
“Da pochi giorni la nostra regione è “arancione” con le conseguenti restrizioni che conosciamo e soprattutto con la drammatica sofferenza, ancor più grave, in atto in tante altre parti del nostro Paese e del mondo.
Di qui gli interrogativi angoscianti: come e quando ne usciremo? Verso dove andremo e vogliamo andare?”
Si apre così la omelia del vescovo di Città di Castello in Umbria per la festa dei santi patroni Florido ed Amanzio. Ma il covid ha impedito al vescovo di pronunciarla perché ha dovuto ritirarsi in casa propria perché costretto all’isolamento preventivo dopo aver fatto visita ed assistenza a domicilio ad una persona in seguito risultata malata di Covid anche se il tampone a cui è stato sottoposto ha dato esito negativo.
La celebrazione è stata guidata da Giovanni Cappelli, vicario generale che ha letto il testo del vescovo.
“La vita personale, familiare e sociale e la stessa storia dell’umanità senza tener conto del Signore, della sua presenza benevola, è in balia delle tempeste della vita che mettono paura e angoscia. L’invisibile virus che sta mettendo in ginocchio il mondo non è che l’ultima evidente prova. Siamo ancora tutti col fiato sospeso.