Abano Terme , venerdì, 13. novembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
Esistono infiniti modi di leggere la Divina Commedia. Si può leggere come immenso patrimonio letterario per ogni luogo, tempo, cultura. Si può leggere come somma esperienza umana lungo i sentieri del dolore, della misericordia, della redenzione.
Si può leggere come se si fosse diventati, per un caso, dei novelli Edmond Dantes, alias il Conte di Montecristo. Sì, proprio lui, quando, fuggito dalla orrida prigione nel castello d’If, al largo di Marsiglia, giunge nella caverna dell’isola di Montecristo e si trova davanti un gigantesco baule: quando lo apre, non crede ai suoi occhi, dinanzi a quel luccichio di pietre preziose, di ori e argenti.
Dantes immerge le sue mani in quel tesoro e ad ogni manciata che estrae dal baule non può che sgranare gli occhi dalla meraviglia. Un tesoro composto di tanti altri piccoli, incredibili tesori. Ecco, questa potrebbe essere la sensazione che un lettore attento potrebbe provare immergendosi in quel “baule straordinario” che è la Divina Commedia.
Questo, almeno, è il proposito di Marco Bonatti, scrittore e giornalista, messo in atto in un libro interessante, che offre un punto di vista e una lettura più originale, a 700 anni dalla morte del Poeta, in apertura dell’anno dantesco 2021: rivisitare tutta la Commedia come straordinario racconto di viaggio. Il saggio si intitola: Dante a piedi e volando, pubblicato da Terrasanta edizioni. Un titolo accattivante, che già suggerisce al lettore quale sarà il percorso che lo attende proprio al limitare delle pagine che sta cominciando a leggere, ossia l’inizio di un viaggio fantastico.
“Quando Edmond Dantès arriva finalmente alla grotta sull’isola di Montecristo ad aprire il baule che contiene il tesoro dell’abate Faria, ecco quel che accade: Si rialzò e prese una corsa attraverso la caverna con la fremente esaltazione di un uomo che sta per diventare pazzo. Con la Commedia può succedere qualcosa di simile”, scrive dunque Bonatti, nella convinzione, appunto, di poter entrare nello splendore dantesco accantonando, per una volta, il timor sacro che ci prende al cospetto di questo poema altissimo, erudito, complicato e pieno di enigmi. Certo, è anche questo, ma è soprattutto un testo “popolare”, scritto per tutti e capace di parlare a tutti, pieno di vita, affollato di personaggi, ricco di storie e di colpi di scena, di trovata da teatro.