Mosca , giovedì, 12. novembre, 2020 10:00 (ACI Stampa).
Il prossimo 18 dicembre sarà il centesimo anniversario della legalizzazione dell’aborto in Russia, e il mondo cattolico si sta già mobilitando per promuovere la cultura della vita, con una serie di articoli su RusCatholic, un portale gestito da religiosi. E la loro ricerca li ha portati indietro nel tempo, fino a Sisto V, il Papa che condannò, nella bolla Effraenatam, l’aborto come un omicidio. Era il 1588.
Nella Bolla, Sisto V decideva che chiunque fosse coinvolto in un aborto era da considerarsi scomunicato, e chiedeva alle autorità civili di punire chiunque abortisse segretamente.
Non solo. Papa Sisto V definiva gli attacchi alla persone non nate come “crimini brutali, crudeli, feroci e inumani”. Sottolineava: “Chi non condannerà a una punizione grave l’empietà di colui che ha privato i bambini della vita prima che potessero naturalmente vedere la luce o potessero essere protetti dal corpo materno da una crudeltà feroce?”
E ancora: “Chi non aborrirà la crudeltà e la dissolutezza sfrenata dell’empio che sarà arrivato in tale stato di pensiero di procurare veleni in modo da estinguere il feto concepito nelle viscere, e portarlo fuori, cercando di provocare con un crimine osceno una morte violenta e inopportuna e uccidere la propria progenie?”
Infine, “chi non condannerà ad un pena gravissima i crimini di quanti con veleni, pozioni e azioni malvage sterilizzano le donne o impediscono che concepiscano o diano alla luce attraverso perniciose medicine e droghe?