Città del Vaticano , lunedì, 9. novembre, 2020 18:00 (ACI Stampa).
“Voi Romani! A quanti secoli risale questo saluto? Esso ci riconduce ai difficili inizi della fede e della Chiesa, la quale proprio qui, nella capitale dell’antico Impero, ha superato, durante tre secoli, la sua prova di fuoco: prova di vita. E ne è uscita vittoriosa. Gloria ai Martiri e ai Confessori! Gloria a Roma Santa! Gloria agli apostoli del Signore! Gloria alle catacombe, e alle basiliche della Città Eterna!”.
E’ stato questo il saluto che Giovanni Paolo II fece alla sua diocesi il 12 novembre del 1978 prendendo possesso della cattedrale di Roma.
Un momento significativo dell’ inizio di ogni pontificato è la presa di possesso della cattedra di Roma. Il Papa è Papa perché è il vescovo di Roma e oggi giorno della dedicazione della basilica del Laterano è bello ricordare il forte legame di Giovanni Paolo II con la sua diocesi, e con il Laterano, sede anche del Seminario.
Non solo le visite alle parrocchie ( quasi tutte quelle romane) ma soprattutto l’amore per la cattedrale della Diocesi.
Nella sua prima omelia Giovanni Paolo II disse: “ Le antiche generazioni salivano in questo luogo: generazioni di Romani, generazioni di Vescovi di Roma, successori di San Pietro, e cantavano quest’inno di gioia, che oggi ripeto qui con voi. Mi unisco a queste generazioni, io, nuovo Vescovo di Roma, Giovanni Paolo II, polacco di origine. Mi fermo sulla soglia di questo tempio e chiedo a voi di accogliermi nel nome del Signore. Vi prego di accogliermi così come avete accolto, attraverso tutti i secoli, i miei Predecessori, così come avete accolto, appena alcune settimane fa, Giovanni Paolo I, tanto amato da tutto il mondo! Vi prego di accogliere anche me”.