Todi , giovedì, 5. novembre, 2020 16:00 (ACI Stampa).
Presso la Basilica Concattedrale di Todi, sono stati presentati nei giorni scorsi dei lavori di restauro di tre opere d’arte recentemente recuperate e restituite alla fruibilità di cittadini, studiosi e fedeli.
"Prima ancora che opere d’arte o pezzi da museo, esse sono infatti testimonianze di fede: per questo si è scelto di collocarle all’interno della Concattedrale, con cui tutte hanno legami più o meno diretti", si legge sul sito della Diocesi di Orvieto-Todi.
Sempre sul sito spiegano perfettamente cosa è stato riportato alla luce: "La pala d’altare raffigurante l’Assunzione di Maria tra i Santi Fortunato, Bernardino da Siena, Cassiano e Pietro martire torna ad essere esposta e venerata nella navata di sinistra della Basilica, insieme alle altre tele già ricollocate in anni recenti, opere di Ferraù da Faenza detto Il Faenzone. La tela dell’Assunta, con le altre cinque, fino alla metà del secolo XIX ornavano gli altari laterali voluti dal vescovo Angelo Cesi sul finire del Cinquecento. Demoliti gli altari, furono trasferite a San Fortunato, quindi alla Pinacoteca Comunale e ricondotte in Duomo nell’anno 2010, dopo una breve sosta nel Palazzo Vescovile. La tela oggetto di restauro, nel 1957, era invece stata trasferita da San Fortunato alla chiesa parrocchiale di Ponterio dove è rimasta fino al 2004, quando tornò nella sagrestia della Concattedrale in attesa dei necessari restauri, che oggi trovano pieno compimento".
La statua della Madonna, scultura lignea del secolo XV, proviene invece dal Monastero della SS.ma Annunziata di Borgo Nuovo. Chiusa la struttura religiosa, assieme ad altre importanti opere, è stata donata dall’Istituto delle Serve di Maria Riparatrici alla Diocesi per meglio valorizzarla e custodirla a Todi.
L’ultima opera è un prezioso Crocifisso ligneo policromo, risalente agli inizi del secolo XV, che fino alla fine dell’Ottocento era collocato sull’altare maggiore della chiesa del SS. Salvatore, edificio di culto ridotto ad uso profano e alienato nei primi anni del secolo scorso.
“Segno di contraddizione” è il titolo della presentazione dei restauri delle tre opere.