New York City, New York , venerdì, 25. settembre, 2015 22:51 (ACI Stampa).
Centinaia di mani che cercano quelle del Papa, foto, selfie e una festa che diventa incontro tra i bimbi più piccoli e Francesco.
L’incontro del Papa nella scuola di Harleem che da sempre accoglie ispanici ed immigrati, la scuola "Our Lady Queen of Angels", accoglie bambini provenienti soprattutto da famiglie povere di immigrati garantendo loro non solo l'apprendimento della lingua, ma anche un'istruzione adeguata per emergere dall'indigenza, attraverso accordi con prestigiose scuole superiori cattoliche.
Il 69% degli studenti frequenta la scuola grazie a borse di studio finanziate dal partenariato con la "Inner-City Istruzione", organizzazione che sostiene studenti di altre cinque scuole cattoliche di Harlem e del South Bronx.
C’è una bimba di argentina che saluta il Papa donandogli un calice, ci sono quelli che fanno vedere i loro disegni o le foto dei familiari. Qualcuno si mette a giocare a pallone con il Papa. Gli operaio ispanici regalano al Papa un casco da lavoro: “abbiamo costruito la città e abbiamo messo un granello di sabbia per la costruzione degli Stati Uniti” dicono. Poi ci sono gli africani, “cerchiamo il bene comune per tutta la comunità”. Ognuno vuole dire una cosa al Papa, vuole raccontare la sua stroia. Tutti seduti intorno ai loro banchi, con le divise pronti a fare vedere i loro lavori scolastici con il Papa. Due bimbi lo prendo per mano per fargli vedere un poster che hanno disegnato. Il Papa sta con loro come farebbe un nonno con i nipotini. Sono bambini della terza elementare e a loro il Papa fa una lezione sulla cura dell’ambiente. Nella palestra ci sono tante famiglie che sono venute per il Papa. E il Papa “ruba” un po’ di tempo per una lezione di vita.
Molti di voi arrivano da altri paesi, “non è sempre facile doveri spostare e trovare una nuova casa, nuovi vicini, amici; non è per niente facile. All’inizio può essere un po’ faticoso, vero? Tante volte imparare una nuova lingua, adattarsi a una nuova cultura, un nuovo clima. Quante cose bisogna imparare! Non solo i compiti della scuola.”