Budapest , martedì, 3. novembre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
"Quest'anno offriamo la santa messa della sera del Giorno dei defunti per quelle persone che nel nostro Paese sono morte nell’epidemia COVID. Ma preghiamo anche per i nostri malati, per i nostri parenti e per tutti coloro che come conseguenza della pandemia devono portare oneri particolari. Questa seconda ondata di autunno, comporta gravi prove fisiche, materiali e spirituali per molti". Lo ha detto il Cardinale Peter Erdo, Arcivescovo di Budapest, nell'omelia della Messa celebrata ieri sera nella parrocchia di San Giuseppe.
"La canonizzazione di una persona con titolo di martire - ha spiegato il porporato - richiede che nel martirio abbia parte anche un persecutore. Per questo possiamo giustamente considerare martiri i cattolici uccisi a Nizza la settimana scorsa, perché sono stati uccisi deliberatamente, per via dell’odio alla fede. Le persone invece che muoiono di malattie al servizio della virtù cristiana della carità verso il prossimo, come scrive papa Benedetto XVI, sono da considerare dei martiri solo nel senso più ampio, ma non in quello più stretto della parola, secondo la prassi della Chiesa. In questi casi infatti, la morte non è causata da un’azione umana libera da parte di un persecutore, bensì dall’infezione".
"Ricordiamo oggi - ha aggiunto il Cardinale Erdo - due delle opere di misericordia. La prima è seppellire i morti. Questo era anche anticamente più di una tradizione sanitaria, significava rendere onore all’uomo creato ad immagine di Dio. Secondo la nostra fede cristiana il corpo della persona battezzata è il tempio di Dio. Perciò prendiamo congedo dai nostri cari nell’ambito di un rito ecclesiastico. Ed è anche per questo motivo che visitiamo le loro sepolture. Ma è un’opera di misericordia anche pregare per i vivi ed i morti. Pregare per i defunti è un’abitudine della comunità cristiana sin dalle sue origini. La forma più grandiosa e più efficace della preghiera è l’Eucaristia. In tale occasione si rende presente il sacrificio della croce di Cristo. È Lui che ha redento l’uomo. Per il suo merito, allacciandoci a Lui, possiamo avere la via libera alla felicità eterna. Perciò offriamo la santa messa per i nostri morti".