Città del Vaticano , venerdì, 30. ottobre, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Papa Francesco si conferma metodico nei tempi e sorprendente nelle scelte in tema di concistoro. Metodico perché il Pontefice ha presieduto un concistoro all’anno durante il pontificato, e così sarà anche nel 2020 nonostante la pandemia. Sorprendente perché i nomi scelti spesso sono dei veri e propri outsider, così come lo sono le sedi che rappresentano.
Con i suoi sette concistori Papa Francesco ha ridisegnato completamente la geografia ma anche la storia del Sacro Collegio. Attualmente restano fuori dal novero dei Cardinali elettori gli Arcivescovi residenziali – attualmente in carica – di diocesi tradizionalmente cardinalizie: Venezia, Torino, Genova, Milano, Palermo, Parigi, Cracovia.
E’ vero che alcune di queste diocesi sono comunque rappresentate da emeriti ancora elettori: il Cardinale Scola per Venezia e Milano, il Cardinale Bagnasco per Genova, il Cardinale Vingt-Trois per Parigi.
Curioso anche il fatto che attualmente la Francia non abbia nemmeno un Cardinale elettore che sia Arcivescovo residenziale in carica: tutti e tre gli attuali elettori – Vingt-Trois (Parigi) , Ricard (Bordeaux) e Barbarin (Lione) – sono emeriti.
Allo stesso tempo Francesco ha incluso nel Sacro Collegio per la prima volta nella storia sedi che finora non erano mai state rappresentate: Capiz (Filippine), il vicariato apostolico del Brunei, Kigali (Ruanda).