Erevan , giovedì, 29. ottobre, 2020 9:00 (ACI Stampa).
Da settimane questo nome e la sua storia sanguinosa è tornato alla ribalta, per via degli scontri e bombardamenti che hanno colpito questo fazzoletto di terra, una enclave a maggioranza armena all'interno dei confini della Repubblica dell'Azerbaijan, che è una nazione a prevalenza musulmana.
Morti e feriti sono già centinaia e molte delle vittime si contano tra i civili. Proprio in questi ultimi giorni la fragile tregua ottenuta è stata violata, mentre gli azeri accusano gli armeni di aver violato il cessate il fuoco con un raid missilistico contro la città di Barda, in Azerbajan. Dall'altra parte della barricata, il ministero della Difesa armeno ha accusato le forze armate azere di avere colpito Stepanakert con un lanciarazzi multiplo Smerch.
E così dopo i bombardamenti dei giorni scorsi proprio su Stepanakert, la città autoproclamatosi indipendente dall'Azerbaigian e riconosciuta solo da tre Paesi non appartenenti all'Onu, la guerra tra i due stati continua nonostante gli altolà da parte della Russia, Usa ed Europa. Finora le ostilità erano rimaste circoscritte all'enclave armena in Azerbaigian del Nagorno-Karabakh e ora stanno coinvolgendo anche altre città.
Oggi così ci troviamo davanti alla peggior escalation nella zona negli ultimi 30 anni, che rischia di espandersi all’intera regione caucasica, dagli esiti imprevedibili, dopo i due conflitti del 2011 e del 2016 e i due anni di guerra tra il 1992 e il 1994. Complice anche la pandemia che sta sconvolgendo l’ Europa e tre quarti del pianeta, la questione rischia di passare sotto silenzio, nell’indifferenza generale. Perciò si stanno moltiplicando appelli e interventi perché la comunità internazionale intervenga attivamente sulla questione. Anche da parte del Papa.
Tra coloro che hanno analizzato quel che sta accadendo, c’è chi vuole sottolineare che il conflitto non ha alcuna radice religiosa, ma allora come giudicare i bombardamenti continui di chiese e edifici religiosi armeni da parte degli azeri? E come dimenticare che appunto nel Nagorno si è tentato più volte di attuare pulizie etniche? Fin dai primi del Novecento la convivenza tra cristiani armeni e musulmani non è stata facile.