Reggio Emilia , mercoledì, 28. ottobre, 2020 14:00 (ACI Stampa).
Costruire una città per l’uomo è possibile, a patto di aprirsi alla trascendenza. Siamo immersi in un’epoca complicata, viviamo un presente dilatato che ci preoccupa e affanna. Sono tempi di disorientamento, ma non siamo impegnati in una corsa verso la distruzione. E il disorientamento, spesso, può sfociare in un nuovo slancio umanistico. E’ questo il nocciolo delle riflessioni di mons. Massimo Camisasca, vescovo di Reggio Emilia e Guastalla, nel libro ‘Abita la terra e vivi con fede’, che toccano le sfide più impegnative con le quali oggi l’uomo e la comunità in cui vive, è chiamato a rapportarsi: la famiglia, la donna, i problemi legati all’educazione, la fragilità e la malattia, la povertà, il lavoro, i migranti, la politica, l’ecologia. E il bisogno di Dio, che è il primo capitolo e che serve da bussola per orientarsi nelle pagine successive.
Al vescovo Camisasca abbiamo chiesto di spiegarci l’obiettivo del libro: “Ho raccolto in questo libro le mie riflessioni maturate in 8 anni di ministero episcopale a Reggio Emilia sui temi più vivi della vita di oggi: l'educazione, le fragilità, la povertà, i migranti, la donna, l’ecologia, il lavoro, i figli... Ho pensato a un titolo che raccogliesse da una parte l’invito ad abitare la terra, cioè a non fuggire dalle condizioni in cui ci troviamo a vivere e, anzi, a lottare per migliorare il nostro essere nel mondo. D’altra parte ho voluto, con chiarezza, raccontare come la fede vissuta generi un nuovo modo di vivere la terra”.
Come leggere sotto la lente del magistero sociale della Chiesa questo tempo?
Come è stato ripetutamente detto da più parti, forse la chiave interpretativa più riassuntiva è quella di Zygmunt Bauman: società liquida. La rapidità delle trasformazioni culturali, politiche e sociali crea un sentimento di instabilità, favorisce il disorientamento e l’assenza di punti di riferimento. Senza nessun progetto reazionario, né conservatore occorre però riconoscere che senza riferimenti non si può camminare in avanti e non si costruisce nulla. Il mio libro vuole offrire alcune luci essenziali per fondare una speranza non illusoria.
Quanto è importante riflettere in questo anno sull’enciclica ‘Laudato sì’?