Bruxelles , giovedì, 29. ottobre, 2020 13:00 (ACI Stampa).
Quando l’ISIS arrivò alle porte di Mosul, caricò la sua automobile di antichi manoscritti, e fece un viaggio noturno fino ad Erbil per salvare prima di tutto le radici. Poi, è diventato arcivescovo di Mosul, con il compito, appunto, di ricostruire a partire dalle radici una comunità ferita, come un novello Giona di Ninive. Quest’anno, Najeeb Michaeel, domenicano, alla guida di quella che era diventata una diocesi inesistente e annientata dall’ISIS, è stato tra i candidati al Premio Sacharov, e addirittura uno dei tre finalisti.
Dal 1988, il Parlamento Europeo assegna il premio intitolato al famoso dissidente russo per quanti si sono distinti nel loro lavoro a favore della libertà di pensiero. Quest’anno, i tre finalisti comprendevano, oltre all’arcivescovo di Mosul, gli attivisti ambientali Guapinol e Berta Caceres dell’Honduras e l’opposizione democratica di Bielorussia, cui poi è andato il premio.
La motivazione della candidatura del domenicano è stata che “quando lo Stato Islamico è arrivato a Mosul nell’agosto 2014, Monsignor Michaeel Moussa ha assicurato l’evacuazione di cristiani, siriani e caldei e salvaguardato più di 800 storici manoscritti risalenti ad un periodo che va dal XIII al XIX secolo”.
Questi manoscritti – prosegue la motivazione – “sono stati successivamente digitalizzati e mostrati in Francia e Italia. Dal 1990, (Michaeel Moussa) ha contribuito a salvaguardare più di 8 mila manoscritti e 35 mila documenti delle Chiese orientali”.
È una motivazione sorprendente, perché lega la lotta alla libertà di pensiero alle radici della cultura. Monsignor Michaeel usava dire che “prima di proteggere noi stessi, dobbiamo proteggere le nostre radici e la nostra eredità culturale. La nostra storia non ha confini, e, qualunque cosa siano questi manoscritti, rappresentano la nostra storia, che l’ISIS voleva bruciare”Il vescovo Moussa ha 64 anni ed è nato a Mosul. Ha lavorato nell’industria petrolifera, poi ha deciso di diventare sacerdote, e ha studiato in seminario in Francia, dove è stato ordinato nel 1987. Quindi è tornato al suo paese natale, e lì ha fondato l’Oriental Manuscript Digital Center per preservare la cultura cristiana del suo Paese.