Città del Vaticano , martedì, 27. ottobre, 2020 13:00 (ACI Stampa).
“La pandemia costituisce come uno spartiacque che costringe ad operare una scelta: o si procede sulla via intrapresa nell’ultimo decennio, animata dalla tentazione all’autonomia, andando incontro a crescenti incomprensioni, contrapposizioni e conflitti; oppure si riscopre quella “strada della fraternità”, che ha indubbiamente ispirato e animato i Padri fondatori dell’Europa moderna, a partire proprio da Robert Schuman”.
Papa Francesco lo ribadisce nella lunga lettera inviata al cardinale Parolin Segretario di Stato in occasione del 40° anniversario della Commissione degli Episcopati dell'Unione Europea (COMECE), del 50° anniversario delle relazioni diplomatiche tra la Santa Sede e l'Unione Europea e del 50° anniversario della presenza della Santa Sede come Osservatore Permanente al Consiglio d'Europa.
In concomitanza con tali ricorrenze, era in programma, nei giorni 28-30 ottobre, una visita del cardiale Parolin a Bruxelles, che è stata cancellata a causa dell’aggravarsi dell’emergenza sanitaria. Si prevede che gli incontri con le Autorità dell’Unione Europea e con i membri della COMECE possano svolgersi in video-collegamento.
Il Papa riprende le parole di Giovanni Paolo II, Europa ritrova te stessa, pronunciate a Santiago de Compostela nel 1982 e aggiunge: “ All’Europa allora vorrei dire: tu, che sei stata nei secoli fucina di ideali e ora sembri perdere il tuo slancio, non fermarti a guardare al tuo passato come ad un album dei ricordi. Nel tempo, anche le memorie più belle si sbiadiscono e si finisce per non ricordare più. Presto o tardi ci si accorge che i contorni del proprio volto sfumano, ci si ritrova stanchi e affaticati nel vivere il tempo presente e con poca speranza nel guardare al futuro. Senza slancio ideale ci si riscopre poi fragili e divisi e più inclini a dare sfogo al lamento e lasciarsi attrarre da chi fa del lamento e della divisione uno stile di vita personale, sociale e politico”.
Papa Francesco allora indica il tipo di Europa che sogna: “Sogno allora un’Europa amica della persona e delle persone”e anche “una terra che tutela la vita in ogni suo istante, da quando sorge invisibile nel grembo materno fino alla sua fine naturale”.