Washington , giovedì, 24. settembre, 2015 16:59 (ACI Stampa).
La prima volta di un Papa davanti al Congresso degli Stati Uniti, a Washington, "nella terra dei liberi e nella casa dei valorosi". E' toccato a Francesco parlare ai deputati e senatori americani proponendo un discorso ad ampio raggio, interrotto da 37 applausi. Il Papa ha incentrato le sue parole sulle esperienze di 4 americani: Abraham Lincoln, Martin Luther King, Dorothy Day e Thomas Merton.
"Voi - ha esordito il Pontefice - siete chiamati a salvaguardare e a garantire la dignità dei vostri concittadini nell’instancabile ed esigente perseguimento del bene comune, che è il fine di ognipolitica. Una società politica dura nel tempo quando si sforza, come vocazione, di soddisfare i bisogni comuni stimolando la crescita di tutti i suoi membri, specialmente quelli in situazione di maggiore vulnerabilità o rischio".
Sono qui per dialogare con voi e con il popolo americano, ha assicurato Francesco. Parlando dell'ideale di libertà di Lincoln, Francesco ha ammesso la preoccupazione per la situazione internazionale ribandendo il no a conflitti, odio e atroci brutalità: "nessuna religione è immune da forme di inganno individuale o estremismo ideologico. Questo significa che dobbiamo essere particolarmente attenti ad ogni forma di fondamentalismo, tanto religioso come di ogni altro genere". Abbiamo il dovere di dare "una risposta di speranza e di guarigione, di pace e di giustizia. Ci è chiesto di fare appello al coraggio e all’intelligenza per risolvere le molte crisi economiche e geopolitiche di oggi. Dobbiamo andare avanti insieme, come uno solo, in uno spirito rinnovato di fraternità e di solidarietà, collaborando generosamente per il bene comune".
Ascoltate - ha chiesto il Papa - la voce della fede "perché è una voce di fraternità e di amore, che cerca di far emergere il meglio in ogni persona e in ogni società". La politica è "espressione del nostro insopprimibile bisogno di vivere insieme in unità, per poter costruire uniti il più grande bene comune: quello di una comunità che sacrifichi gli interessi particolari per poter condividere, nella giustizia e nella pace, i suoi benefici, i suoi interessi, la sua vita sociale".
Guardando a Martin Liter King il Papa ha ricordato il suo sogno di pieni diritti civili che "continua a ispirarci. Noi, gente di questo continente, non abbiamo paura degli stranieri, perché molti di noi una volta eravamo stranieri. Vi dico questo come figlio di immigrati, sapendo che anche tanti di voi sono discendenti di immigrati. Tragicamente, i diritti di quelli che erano qui molto prima di noi non sono stati sempre rispettati. Costruire una nazione ci chiede di riconoscere che dobbiamo costantemente relazionarci agli altri, rifiutando una mentalità di ostilità per poterne adottare una di reciproca sussidiarietà, in uno sforzo costante di fare del nostro meglio".