Lublino , venerdì, 23. ottobre, 2020 12:30 (ACI Stampa).
Come il diritto canonico delle Chiese Orientali ha un valore temporale, perché guarda già a quando la Chiesa sarà di nuovo unita, così la teologia “adempie alla sua responsabilità e missione ecclesiastica solo quando si comprende al servizio della restaurazione dell’unità della Chiesa e dà il suo inconfondibile contributo”. È questo il cuore del discorso di ringraziamento del Cardinale Kurt Koch all’Università di Lublino, dove lo scorso 16 ottobre è stato insignito della laurea honoris causa dalla Facoltà di Teologia Cattolica dell’università dedicata a San Giovanni Paolo II, che lì studiò.
Il Cardinale Koch è presidente del Pontificio Consiglio per la Promozione dell’Unità dei Cristiani, e dunque il suo discorso non poteva che guardare all’ecumenismo, partendo dall’impegno ecumenico di Giovanni Paolo II. Fu lui, in fondo, a considerare “temporale” il Codice di Diritto Canonico delle Chiese orientali.
“Giovanni Paolo II – ha detto il Cardinale Koch – era profondamente convinto che, dopo il primo millennio della storia cristiana, che era il tempo del cristianesimo indiviso, e dopo il secondo millennio, che ha portato a profonde divisioni nella Chiesa sia in Oriente che in Occidente, il grande compito con cui il terzo millennio avrebbe dovuto fare i conti era quello di riscoprire l’unità perduta della Chiesa”.
La teologia, ha poi spiegato il Cardinale, ha “un compito essenziale per adempiere questo compito”, e per questo si deve prima di tutto avere “una formazione ecumenica”, mentre “una speciale responsabilità ecumenica spetta a quei teologi ai quali la Chiesa affida l’ufficio di vescovo di una Chiesa locale”.
Lo sottolinea, nota il Cardinale Koch, anche il diritto canonico della Chiesa latina, che addirittura dedica “un capitolo a parte al mandato ecumenico”, che raccomanda ai pastori la partecipazione attiva alla responsabilità ecumenica.