Città del Vaticano , giovedì, 22. ottobre, 2020 11:00 (ACI Stampa).
“La stabilità del Medioriente non può prescindere da una soluzione chiara e dignitosa della questione del palestinese”. L’arcivescovo Pizzaballa Amministratore Apostolico del Patriarcato di Gerusalemme lo ha ribadito ieri nella conferenza che si si è tenuta a Palazzo della Rovere.
“Terra Santa e Medioriente: attualità e prospettive possibili”, questo il tema dell’evento promosso dall’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, in forma di intervista guidata da Piero Damosso.
Le domande hanno toccato vari argomenti, dalla gestione della pandemia e le sue conseguenze in Terra Santa, al cruciale ruolo di sostegno svolto dai Cavalieri durante l’emergenza, fino ai nodi politici più delicati che investono la Regione.
L’intervista, trasmessa in diretta streaming grazie all’impegno di EWTN, è stata introdotta dal Gran Maestro dell’Ordine dei Cavalieri del Santo Sepolcro, il cardinale Filoni che in mattinata aveva presieduto a San Pietro la messa per la festa di Maria Regina della Palestina, protettrice dell’Ordine e della Terra Santa.
Pizzaballa, da quattro anni alla guida della Chiesa di Gerusalemme, ha parlato delle conseguenze della pandemia nella sua Diocesi: “per la realtà palestinese, che è la realtà socialmente più fragile, è stato un colpo durissimo all’economia; i pellegrinaggi si sono totalmente azzerati, creando una situazione economica molto difficile per migliaia di famiglie”.
L’Amministratore Apostolico ha raccontato come in Terra Santa, l’idea che le chiese o le sinagoghe o le moschee restino totalmente chiuse al pubblico “è sempre stata ostica da digerire”, e dove “la fede, la preghiera e il culto hanno una dimensione pubblica che forse l’Europa non ha più”.